Roma – La politica estera non si fa con le strette di mano, il suo obiettivo deve consistere nel rafforzare l’export italiano. Con questa convinzione Massimo Romagnoli, presidente del Movimento della Libertà, lancia il suo programma elettorale fortemente incentrato sull’imprenditoria nel mondo come fonte di occupazione anche per chi è in Italia.
Come si sta preparando alle prossime elezioni? Il suo Movimento è espressione di un partito in agonia.
“Come ho affermato spesso, in tutti questi anni non ho mai smesso di lavorare sul territorio e di partecipare al dibattito politico sui media; ho cercato di essere sempre vicino ai nostri connazionali attraverso il Movimento della libertà, da sempre il braccio del Pdl all’estero”.
Il resto del Pdl, però, non sembra così attivo. Lei, invece, è continuamente in viaggio in Europa.
“Nell’ultimo periodo ho intensificato le visite all’estero, stando vicino agli italiani che ne hanno più bisogno, sono convinto che sia doveroso stare accanto a tutti gli elettori e non solo a chi ti vota. Per questo motivo mi sono recato in visita dai connazionali detenuti nelle carceri in Germania e da chi vive nelle case popolari di Francia, Belgio e ancora Germania; ho voluto fortemente stare loro vicino durante il periodo di Natale”.
Quali sono le prossime tappe europee?
“Fino a ieri mi sono diviso tra Svizzera, Belgio, Francia e Germania percorrendo 14.700 chilometri. Dal ventisei dicembre sarò in Spagna e visiterò Barcellona, Alicante, Benidorm e Malaga. Poi sarà la volta di Parigi e da lì continueremo per il Regno Unito, cerchiamo di contattare ininterrottamente i connazionali affinché vinca Massimo Romagnoli”.
Quindi ufficializza finalmente la sua candidatura?
“Sì. Sono in pienissima campagna elettorale – dichiara Romagnoli a Italiachiamaitalia.it -, lo dico forte e chiaro così non ci sono dubbi per nessuno”.
Come fa a presentarsi agli elettori, avendo alle spalle un partito in panne come l’attuale Pdl?
“Prima della posizione del Pdl, c’è la posizione di Massimo Romagnoli che è sempre stato – e sottolineo sempre – vicino agli italiani all’estero, a differenza degli eletti. Parlano per me i viaggi che ho continuato a fare, nonostante non fossi stato eletto e nonostante avessi altri incarichi. Parlano per me le riunioni nelle più diverse città europee, gli incontri, le iniziative sul territorio”.
Frecciata agli eletti?
“A buon intenditore…”
Pochi mesi fa ha dichiarato a ItaliaChiamaItalia che finché esisterà Berlusconi, lei starà con lui. Pentito?
“Assolutamente no, non sono mai stato un traditore, ho iniziato con Forza Italia e rimarrò nel Pdl finché esisterà: lo ripeto, sono un berlusconiano”.
Nelle sue ultime apparizioni televisive, però, Berlusconi non ha saputo recuperare lo smalto di un tempo. Gli italiani voteranno ancora per lui o il Paese ha cambiato il modo di guardare alla realtà?
“Certo che lo voteranno. Non dimentichiamo che è stato l’unico politico a creare posti di lavoro, perché gli italiani non dovrebbero dargli fiducia? Negli anni del suo governo abbiamo cercato di aumentare le esportazioni per creare occupazione. I cittadini sanno quanto è difficile arrivare alla fine del mese, quanti soldi gli stanno levando le banche e quanto pesa l’Imu”.
Quindi, ancora una volta, basta fare qualche promessa, come quella di abolire l’Imu, per recuperare i voti persi?
“Non sono promesse ma fatti evidenti, le grandi aziende italiane aumentavano le attività di export quando c’era Berlusconi e oggi, invece, sono in difficoltà. Chiunque si dichiari favorevole a Monti non è intenzionato a creare cose concrete. Mario Monti non è stato in grado di fare nulla per le politiche estere”.
Monti ha ridato lustro all’immagine dell’Italia, offuscata da anni di scandali…
“La politica estera non è fatta solo dall’immagine o da accordi bilaterali, quello che conta è aumentare l’export ed è proprio ciò che non ha saputo fare Monti”.
Il governo del Pdl sarà sempre ricordato per i drastici tagli e il totale disinteresse verso il settore. Come può pensare che un italiano che vive all’estero torni a votare per Berlusconi, dopo tutto questo?
“È vero che non c’è stata una seria politica per gli italiani al’estero, ma è anche vero che gli eletti non hanno saputo presentare il giusto progetto a Berlusconi. Caselli, Picchi, Angeli e Fantetti, oppure Berardi e Giordano, non hanno presentato progetti credibili e chiari. Allora che cosa doveva fare Berlusconi, se li doveva inventare? Che cosa hanno fatto gli eletti all’estero in questi anni? Non hanno saputo collaborare e presentare qualcosa di credibile, questa è la verità”.
Lei parla in questo modo perché, in virtù del suo rapporto personale con Berlusconi, ha ricevuto da lui delle rassicurazioni sul futuro degli italiani nel mondo?
“Certo. Ci sono due tipi di politici, quello attaccato alla poltrona, che salta da partito a partito, e quello che invece vuole fare veramente qualcosa per il proprio settore. Chi vuole creare un progetto serio batte i pugni sul tavolo, come fece Tremaglia”.
Non ci dica che è contrariato per l’inattività dei suoi colleghi. In realtà tutto questo gioca a suo favore, lasciandole molto margine di azione.
“Sì, sto lavorando bene e penso di aver recuperato terreno, dovrei prendere qualche voto in più della volta precedente, ma non dimentichiamoci che il partito è in forte calo e questo influisce molto sui nostri connazionali”.
Se sarà eletto, una volta entrato in Parlamento punterà sull’export?
“Sì, il primo punto sarà l’export, poi la valorizzazione della nostra imprenditoria italiana all’estero, poiché ci sono molti imprenditori non valorizzati. Punterò anche a migliorare la situazione di lingua e cultura italiana all’estero. Mi lasci concludere con un saluto ai vostri lettori: in attesa delle elezioni, auguro a tutti gli italiani all’estero un felice 2013, che sia l’anno della svolta per gli italiani nel mondo, con più possibilità soprattutto per i giovani. Voglio fare un augurio importante, spero che gli italiani all’estero abbiano di nuovo la possibilità di sognare”.
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