Massimo Romagnoli, dove eravamo rimasti? L’ex deputato di Forza Italia, dopo essere stato arrestato in Montenegro e dopo essersi fatto oltre due mesi di carcere a Podgorica, è stato estradato negli Stati Uniti giorni fa. Romagnoli, arrestato dalle autorità montenegrine dietro mandato di cattura spiccato dagli Usa, è accusato dagli americani di traffico d’armi internazionale.
ItaliaChiamaItalia, che fin dall’inizio di questa brutta vicenda segue il caso da molto vicino, in queste ore è in contatto con Romagnoli attraverso un sistema di posta elettronica messo a disposizione dei detenuti nelle prigioni americane e monitorato dai federali. Possiamo dunque dirvi che sta relativamente bene, certamente meglio che nel carcere di Podgorica, e che continua a portare avanti, anche dalla prigione, la propria battaglia per poter dimostrare la sua innocenza.
Il 17 aprile l’ex parlamentare azzurro ha la prima udienza per il controllo delle prove. Ha concluso nei giorni scorsi “il bruttissimo periodo”, così lo definisce lui stesso, all’interno di una cella di rigore e da circa una settimana si trova in un altro dipartimento, “dove almeno al mattino e nel pomeriggio mi danno la possibilità di comunicare tramite posta elettronica”. Non può navigare su internet, Massimo, ma solo mandare e ricevere email. Ed è già qualcosa, anzi, un importante passo avanti che in situazioni come quella che sta vivendo Romagnoli attualmente significa moltissimo.
E’ stato il nostro direttore, Ricky Filosa, il primo a mettersi in contatto con l’ex deputato – “questo mi ha reso immensamente felice”, commenta Romagnoli in un suo messaggio -, ancora oggi membro del Consiglio Generale degli italiani all’estero e prima dell’arresto importante esponente di Forza Italia in Sicilia.
Il nostro connazionale chiede notizie della sua famiglia, invia messaggi d’affetto ai figli e chiede agli esponenti del CGIE negli Usa – fa il nome di Augusto Sorriso, per esempio, e di Silvana Mangione – di visitarlo in carcere, quando ciò fosse possibile. Lo stesso chiede a Fucsia Nissoli, deputata eletta all’estero e residente proprio negli Stati Uniti.
Intanto a Roma si lavora per organizzare un Comitato per garantire la giusta assistenza a Romagnoli e per mantenere alta l’attenzione sul suo caso. ItaliaChiamaItalia, anche in questo, è in prima fila. Lo sono anche tanti amici di Massimo, che in Italia e in Europa si stanno dando da fare per non lasciarlo solo. Per non abbandonarlo, come invece ha fatto Forza Italia, il partito per cui Romagnoli si è speso molto negli ultimi anni, anche nelle ultime elezioni europee.
Coinvolto nella nascita del Comitato a favore di Romagnoli anche il senatore Aldo Di Biagio, Area Popolare, l’unico parlamentare che è andato personalmente a trovare l’ex collega in carcere in Montenegro, per giunta sotto le feste natalizie (era il 2 gennaio 2015). Dall’inizio di questa brutta storia, oltre a Di Biagio, nessun altro eletto all’estero si è occupato del caso Romagnoli.
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