ItaliaChiamaItalia ha pubblicato ieri le intercettazioni telefoniche del faccendiere Aldo Micciché (arrestato in Venezuela) con Filippo Fani, collaboratore della sen. Barbara Contini, che nel 2008 gestiva le candidature del PdL nel mondo per conto di Silvio Berlusconi. Il quadro che ne esce é a dir poco agghiacciante. Micciché si rivolge a Fani sollecitando l’invio di denaro per le associazioni italiane che, in Sud America, l’avrebbero aiutato a raccogliere oltre ventimila schede elettorali. Abbiamo anche pubblicato il testo di una telefonata tra Micciché e il sen. Dell’Utri che viene definito come «l’anticamera di Berlusconi».
Degli eventuali riscontri penali se ne occuperà la magistratura. Il pool di giudici della Procura di Palermo, coordinati dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia, ha firmato la richiesta di un processo per dodici imputati tra cui spiccano i nomi dell’ex ministro dell’interno Nicola Mancino, di Marcello Dell’Utri e di Calogero Mannino. A noi interessano i risvolti politici della vicenda ed il coinvolgimento degli italiani nel mondo.
Il nostro quotidiano online ha denunciato a più riprese le anomalie del voto del 2008. Pubblicammo le foto di pacchi interi di schede rinvenute in Sud America e denunciammo questo scandalo beccandoci pure una querela. Ora i nostri sospetti trovano un fondamento nelle intercettazioni telefoniche anche se, devo ammetterlo, la realtà supera l’immaginazione. Noi non avevamo mai pensato che nella compravendita dei plichi elettorali potessero essere coinvolti i vertici del partito; nella nostra ingenuità pensavamo che a Roma fossero all’oscuro di tutto. La telefonata di Micciché con Fani smentisce questa tesi; a Roma erano perfettamente al corrente di quanto stava accadendo in Sud America. All’epoca la responsabilità del dipartimento degli italiani nel mondo era affidata alla sen. Barbara Contini, fedelissima berlusconiana, reduce da importanti missioni internazionali e considerata da tutti come persona preparata moralmente integra. In seguito la sen. Contini si trovò in disaccordo con Berlusconi e passò al Fli. Nelle intercettazioni si sente Micciché dire a Fani che ha un bisogno urgente di parlare con Barbara Contini. Ora noi vogliamo sapere quale fosse la natura dei rapporti tra la sen. Contini ed Aldo Micciché; vogliamo sapere se vi furono trattative per l’acquisto dei voti, perché delle due l’una: o Micciché é un mitomane e quindi la sen. Contini lo deve querelare per calunnia, oppure Micciché dice la verità e allora se ne dovranno trarre tutte le conseguenze politiche e penali.
Aspettiamo fiduciosi che la sen. Contini chiarisca questa vicenda al più presto.
Anche il PdL deve fornire qualche spiegazione. Nelle scorse settimane siamo rimasti allibiti di fronte al voto dei senatori del Popolo della Libertà sulla riforma istituzionale che tenderebbe ad eliminare i senatori eletti all’estero. Abbiamo anche sopportato con cristiana rassegnazione la complicità del Pdl nel rinvio (l’ennesimo) delle elezioni dei Comites e del Cgie. Abbiamo sopportato la stravaganza di quello che fu il coordinatore mondiale del Pdl, i suoi continui ricatti, le sue sgrammaticature. Abbiamo sopportato che l’universo degli italiani nel mondo venisse infangato dalla presenza di personaggi come Lavitola che era solito frequentare l’ex ministro degli Esteri. Abbiamo pure dovuto sorbirci le parodie del pittoresco sen. De Gregorio! Senza dimenticare i casi Pallaro, Razzi e Di Girolamo e per, par condicio, lo scandalo Giacchetta (il funzionario Inca-Cgil che in Svizzera mise in atto una truffa di un milione di euro ai danni di ignari risparmiatori). Ascoltare le intercettazioni telefoniche di Aldo Micciché ci ha fatto invece capire che al peggio non c’é fine. Associazioni che, tradendo la fiducia dei connazionali, vendono plichi elettorali ad affaristi senza scrupoli, un partito che finge di non vedere, candidati impresentabili eletti deputati grazie a questa gigantesca catena di imbrogli, autorità consolari che non vigilano o vigilano male. E ancora: un partito, il Pdl, in balia di ricatti e di minacce, incapace di presentare all’estero candidati credibili. Tutto questo rappresenta un tradimento verso Mirko Tremaglia che, alla causa degli italiani nel mondo, ha dedicato tutta la sua vita politica. Inutile dire che il Pdl nel mondo, già fortemente screditato, esce a pezzi da questo ennesimo scandalo che ne sancisce la morte politica.
Ricardo Merlo ed il suo movimento hanno oggi, più che mai, la responsabilità di offrire agli elettori moderati un progetto politico alternativo e credibile che cancelli gli orrori di questi anni.
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