Roma – Continua a crescere, sia economicamente che culturalmente. E non è affatto arretrato e maschilista come viene descritto. Di ritorno da una conferenza tenuta a Venezia il deputato democratico, eletto all’estero, Fabio Porta ha raccontato a ItaliaChiamaItalia perché il futuro è in Sudamerica. A partire dalle donne.
Onorevole Fabio Porta, che c’entra Venezia con il Brasile?
"Come presidente dell’associazione di amicizia Italia-Brasile, ho preso parte ad una conferenza dell’università di architettura di Venezia incentrata sul rapporto tra Brasile e Italia, organizzata in vista della missione che porterà i dottorandi e gli architetti di vari atenei italiani proprio in Sudamerica".
Mentre la politica dedica all’America Latina esigui investimenti, sia economici che culturali, il caso dell’università veneziana dimostra che, ancora una volta, è la società civile a intessere rapporti e scambi con l’estero?
"Sì, decisamente. Ho partecipato proprio per parlare dell’importanza della cooperazione con il Brasile che, attualmente, viene portata avanti con queste iniziative totalmente autofinanziate. Se godessimo di maggiori risorse e, soprattutto, lungimiranza da parte del governo, gli scambi positivi potrebbero moltiplicarsi con buoni risultati, viste le opportunità provenienti oggi dal Brasile".
Lo scorso otto settembre il ministro degli esteri Frattini ha firmato un accordo quadro di cooperazione, fortemente voluto dalla Comunità di Sant’Egidio e volto al rafforzamento della cooperazione in Sudamerica e nei Caraibi. È un altro esempio di quanto il tessuto sociale sia più attivo di quello istituzionale?
"La comunità di Sant’Egidio – dichiara Porta a Italiachiamaitalia.it – è una delle eccellenze italiane nel campo della cooperazione, al governo non rimane altro che aggrapparsi a queste iniziative che sono uniche nel loro genere e permettono di mantenere alto il livello dell’immagine italiana nel mondo".
La politica va dietro agli attori sociali, cercando di tenere il passo?
"Fino a qualche anno fa i progetti costruttivi erano appannaggio di istituzioni e rappresentanti politici che, con il loro operato, facevano scattare un meccanismo positivo nella società civile. Ora siamo tornati indietro ed è chi governa a dover inseguire altri".
Mentre il Sudamerica vive un’ascesa economica e culturale, l’Italia si allontana chiudendo consolati come quello di Montevideo, nonostante la forte presenza di italiani nel continente latino…
"Più che di scarsa attenzione parlerei di un vero e proprio disinteresse imperdonabile da parte del nostro governo rispetto all’unica area del mondo dove il tasso elevato di crescita coincide con un’altrettanta elevata presenza dei rappresentanti italiani. Non esiste un altro continente dove vivano così tanti italiane e si contino così tante opportunità per i tassi di crescita e sviluppo. Nonostante le belle parole che ci raccontano in Parlamento, Frattini e il suo ministero non fanno nulla. Anzi, chiudono gli uffici Ice e gli istituti di cultura, tagliano fondi alle organizzazioni italiane quando bisognerebbe investire".
Di Sudamerica, anzi, di donne sudamericane, si parla molto nelle intercettazioni tra il premier e Tarantini, come nel caso di Belen Rodriguez o di Agnese Berardi…
"Il Sudamerica vede protagoniste ben altre donne, penso ad esempio all’argentina Cristina Fernández de Kirchner o alla brasiliana Dilma Roussef. Da un lato abbiamo dei Paesi dove le donne sono al massimo del potere e, dall’altro, ci ritroviamo un premier che si caratterizza per un atteggiamento inqualificabile nei confronti del popolo femminile. Siamo agli antipodi, alla faccia dei luoghi comuni che vorrebbero un Sudamerica arretrato e maschilista".
Voltando pagina, in tempi di polemiche sui costi della politica sul suo sito campeggia la sezione ‘Trasparenza, quanto guadagna e quanto spende il deputato’. È una mossa contro l’antipolitica?
"Quella sezione – spiega il deputato a ItaliaChiamaItalia – c’è da più di un anno e non è nata a cavallo di queste polemiche, ma semplicemente perché, all’indomani della mia elezione, ho ritenuto giusto rendicontare la mia attività come i guadagni e le spese. Mi sembra un contributo di onestà e tutti dovrebbero fare così".
Il suo collega democratico Marco Fedi ha dichiarato: “mi chiedo se è ragionevole partire da una riforma Comites e Cgie, giustificata con l’esistenza della Circoscrizione estero, se questa viene rimessa in discussione con la proposta Calderoli”. Lei si pone la stessa domanda?
"Sì, sottoscrivo quello che dichiara Fedi. Qualche giorno fa, già quando iniziò l’iter al Senato, io stesso denunciai la schizofrenia che voleva far accelerare i tempi su riforma di Comites e Cgie. Come dice Fedi, e a maggior ragione con Calderoli, le priorità sono altre e in ogni caso, con il dibattito sui nuovi assetti istituzionali, bisognerà capire dove sarà possibile rappresentare la presenza degli italiani all’estero. Le priorità sono altre rispetto al parlare di Comites e Cgie, è una perdita di tempo e il metodo è sbagliato. Gli italiani all’estero non chiedono questo".
Ha notizie del senatore Caselli? Dal punto di vista legale…
"Non ho avuto nessuna notifica formale di querela, sto ancora aspettando".
Quali sono le prossime iniziative in agenda?
"Sono stato da poco in Argentina per diverse iniziative con la collettività e per rafforzare la presenza del Pd, sabato prossimo sarò a Rio de Janeiro per il coordinamento del partito in Brasile e per gli incontri con la comunità italiana. Infine, a ottobre mi recherò in Venezuela dove esiste la terza comunità italiana del Sudamerica, a livello numerico, e proprio lì vogliamo rilanciare la nostra presenza".
Discussione su questo articolo