Ho seguito la conferenza stampa congiunta dei primi ministri italiano e finlandese trasmessa in diretta da Helsinki, e devo ammettere di essermi sentita coinvolta, io, di antica e ancora intatta fede berlusconiana, in un’atmosfera cordiale, serena e psicologicamente costruttiva, che da tempo non riuscivo a sentire in queste circostanze ne’ fuori ne’ dentro di me. Nessuna frase sopra le righe, totale rispetto reciproco, i due leader in sintonia nei loro discorsi e nelle risposte ai giornalisti, obiettivamente un’aria nuova che fa respirare ottimismo e fiducia.
Katainen somiglia un po’ a Cameron, ma il suo sorriso garbato e la sua oratoria semplice e chiarificatrice sembrano più consone a un padrone di casa gentile e ospitale che a un politico desideroso di visibilità e di consenso. Nelle sue parole nulla di ambiguo o retorico, il cuore dei problemi viene affrontato direttamente, senza mostrare partigianeria o chiusura preconcetta.
Il binomio Merkel e Sarkozy risulta definitivamente tramontato, e l’alba di un nuovo giorno appare possibile. Il profondo Nord da’ lezione di civilta’ e di progresso che meriterebbe emulazione immediata.
Il professor Monti rappresenta agli occhi del mondo un’Italia più seria e consapevole, che vuole cambiare passo e ottenere credito senza barare, capace di produrre qualità di tipo materiale, con le eccellenze delle sue aziende, ma ancor di più formatrice di menti e di curricula encomiabili e competitivi. Draghi e Monti sono valori aggiunti che rendono giustizia al nostro Paese nei consessi internazionali e fanno apparire i nostri politici provinciali e datati. Senza rinnegare il mio affetto per Silvio, e’ tempo di cambiare, di considerare l’Europa un’opportunità e non un bastone tra le ruote: il vento e’ veramente cambiato, finiamola di chiedere crediti senza offrire garanzie, di pietire invece di competere, di spendere senza rinnovare, di pretendere assoluzione senza confessare le colpe.
Siamo un Paese di vecchi, perche’ abbiamo allevato giovani viziati, interessati all’avere e indifferenti all’essere, con il complesso di superiorità che non poggia su basi solide ma soltanto su presunte qualita’ ereditate e lasciate dormienti. Un viaggio all’estero nelle vacanze estive sarebbe salutare per i nostri giovani, in questi Paesi che hanno tanto da insegnarci: purche’ sia di vera crescita culturale e non di bagordi collettivi tra gli stessi compagni di merende che tra movida notturna e dormite diurne scialacquano i soldi dei genitori e dei nonni. Il futuro? Costruitevelo da soli, cari, carissimi figli!
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