Se l’emigrazione italiana divenne di massa a cavallo tra l’800 e il 900, a quell’epoca il Trentino politicamente non faceva ancora parte dell’Italia, ne fu annesso solo dopo il 1919, con il trattato di Saint Germain, ma quella che è chiamata ‘mobilità sociale e occupazionale’ da sempre si può dire abbia rappresentato un fenomeno rilevante in quella regione. Ecco allora che i trentini si sono sparsi nel mondo, però, al tempo stesso cercando di mantenere un legame il più stretto possibile con la terra natia. Nord e Sud America, Australia, si può dire che non ci sia continente senza trentini. Una emigrazione così forte che ancora oggi ci sono città, specialmente in Brasile, nelle quali viene parlato il dialetto trentino, esempi si possono trovare a Rio dos Cedros, Rodei, Nova Trento e Piracicaba. La lingua come strumento per non perdere una tradizione, ma spesso, anzi il più delle volte, con l’andare degli anni, c’è bisogno di un ulteriore aiuto per mantenere i legami. Ed è quello che offre l’Associazione Trentini nel Mondo, una specie di catalizzatore per tenere uniti i discendenti di coloro che, in un passato più o meno remoto, lasciarono la proprie case per cercare fortuna il più delle volte oltre oceano. Così con iniziative di diverso genere, come ad esempio i corsi di lingua on line, si cerca di mantenere il popolo trentino vicino, ma una iniziativa molto particolare e difficile da riscontrare è stata presa la scorsa settimana, quando una delegazione della Provincia Autonoma di Trento è andata in Messico, a dare lezioni di Trentino. Un convegno che poi si è trasformato in una occasione irripetibile per rinfrescare le nozioni che si avevano sulla terra dei genitori e dei nonni.
‘Identità condivise: nuovi ponti fra un passato comune da riscoprire e un futuro diverso da reinventare’, così è stato battezzato l’appuntamento, lungo otto giorni, la cui organizzazione è stata condivisa tra l’Ufficio Emigrazione della Provincia Autonoma di Trento e l’Associazione Trentini nel Mondo. Tra Fortin de las Flores e Cordoba, nello stato di Veracruz, giovani, figli e discendenti di trentini provenienti da diverse parti del Messico, si sono ritrovati su un ‘banco di scuola’, virtuale, per riavvicinarsi alle loro origini. Un impegno, quello della Provincia Autonoma di Trento e dell’Associazione Trentini, che è stato riconosciuto anche dalle autorità messicana, in particolare della città di Cordoba, che hanno sottolineato, e soprattutto riconosciuto, l’apporto conferito al Messico da parte degli emigrati trentini. Così i ‘corsi’, attraverso i quali i giovani messicani di origine trentina hanno potuto riscoprire le proprie origini culturali, hanno rappresentato un momento rilevante.
"È un lavoro importante – ha sottolineato il professor Renzo Tommasi – che si realizza passando le informazioni e la cultura ad altri trentini, questi a loro volta ai loro amici…". Un passaparola culturale, una tradizione che non si vuole, giustamente perdere e che ha colpito Guillermo Rivas Diaz, presidente del municipio di Cordoba: "Mi sono meravigliato – ha detto rivolgendosi ai trentini del Messico – che continuiate a mantenere molti dei vostri costumi e delle vostre feste. È un grande lavoro quello che state portando avanti, perchè ricordare è vivere".
Ma pochi giorni prima dello sbarco in Messico della delegazione trentina, è stata invece presentata l’ottava edizione del ‘Rapporto Italiani nel Mondo’ della Fondazione Migrantes, progetto editoriale che si dedica allo studio della mobilità italiana di ieri e di oggi, alle difficoltà e alle opportunità che si presentano agli italiani, in un momento poi particolarmente difficile nella vita del nostro Paese. C’è anche una sezione dedicata proprio alla regione trentina, scritto da Maurizio Tomasi (direttore responsabile del periodico «Trentini nel mondo») e da Alberto Tafner (presidente dell’Associazione Trentini nel mondo onlus). Intitolato ‘L’emigrazione dal Trentino, terra alpina e di confine», il capitolo si inserisce al centro di un vasto rapporto che coinvolge gli emigranti italiani, del passato e del presente, di coloro che possiedono la cittadinanza e il passaporto italiano, ma vivono fuori di confini nazionali, coloro che votano dall’estero, ma anche chi nasce al di fuori dei confini nazionali, ma da cittadini italiani, quelli che invece la cittadinanza la riacquistano, coloro che si spostano per studio o formazione, ma anche, e sono ancora tanti, quelli che vanno fuori dall’Italia per sfuggire alla disoccupazione o perché inseguono un sogno professionale. Tutti assieme sono i protagonisti del ‘Rapporto’, tanti italiani tra i quali non manca anche una numerosa rappresentanza trentina.
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