Il Movimento Associativo Italiani all’Estero è il vero vincitore delle elezioni Comites in questa primavera 2015. Ormai non c’è dubbio su questo. E’ il MAIE ad avere conquistato, in tutto il mondo e in Sud America in particolare, il cuore, e il voto, dei connazionali residenti oltre confine. Si può dire altro, ma i fatti sono questi; i numeri, del resto, parlano da soli. Non dimentichiamoci, inoltre, che il MAIE, secondo i dati della Farnesina, è stato il più presente al mondo, per numero di liste e candidati, in queste elezioni.
Insomma, Ricardo Merlo, presidente del Movimento Associativo, ha gioco facile nel parlare di “numeri da record” e di “successo strepitoso”: descrive la realtà, nulla di più. Ed è logico che ora si senta più forte, Merlo: la forza gliela danno gli italiani all’estero, che sono sempre più attratti dal progetto del MAIE e ne condividono la visione culturale e politica. Un successo elettorale, quello del Movimento in questo rinnovo Comites, che, ne siamo certi, Merlo saprà piazzare in bella mostra anche sui tavoli della politica romana che conta. Un altro titolo sul suo biglietto da visita, dopo il successo – personale e del suo movimento – ottenuto alle ultime elezioni politiche.
Da sempre i partiti, per ragioni di opportunità e strategia, hanno evitato di partecipare in prima persona alle elezioni dei Comites. Così è stato anche questa volta, a parte pochissime eccezioni. Solo il MAIE, con coraggio e con fierezza allo stesso tempo, si è presentato col suo simbolo in Sud America, dove può contare su un network forte e già rodato. In America Meridionale ha giustamente festeggiato i suoi risultati, laddove si è presentato col suo simbolo. Con il 70% dei voti ha conquistato 7 Comites su 8 in Argentina, ha vinto in Uruguay, in Paraguay, in parte del Brasile, in Venezuela. In Europa, Nord e Centro America e Australia, il MAIE ha ispirato o adottato liste “civiche” o comunque ha appoggiato suoi esponenti in liste unitarie o indipendenti. Una organizzazione che a campagna elettorale conclusa è risultata vincente.
Pensate che il MAIE riesce a raggiungere buoni risultati persino in quella Svizzera color rosso comunista, dove il Pd da sempre è padrone. Eppure nel Comites di San Gallo, per esempio, ci sono tre consiglieri eletti con il Movimento. Tra questi, Pietro Cappelli, già candidato del MAIE alle Europee, coordinatore del MAIE nella città svizzera in cui risiede. Non male, per essere la prima volta del MAIE a San Gallo. E chi sghignazza con cattiveria di fronte al risultato ottenuto dal MAIE in Europa, dimentica che il Movimento arriva nel Vecchio Continente appena un paio di anni fa, che è quindi una forza politica giovane e che ancora si deve organizzare al 100%, non essendo presente ovunque e dovendo mettere in campo ulteriori sforzi per farsi conoscere davvero dall’elettorato. In un continente vasto, e assai politicizzato, come l’Europa, è chiaro che per fare questo ci vuole tempo. Nessuno ha la bacchetta magica, nemmeno gli uomini e le donne del MAIE. E non hanno neppure i soldi che hanno i grandi partiti, non hanno la visibilità mediatica di Pd o Forza Italia, per esempio, né possono contare su una rete di contatti capillari come può certamente fare la sinistra, con i suoi patronati e con i suoi istituti di cultura, con i suoi circoli.
E in Uruguay? Anche lì, terra comunista. Eppure il MAIE si è affermato con forza. In un contesto in cui si è confrontato con liste concorrenti molto forti, che finora avevano detenuto un grande potere in quella circoscrizione consolare, il successo della lista guidata dal coordinatore del MAIE in Uruguay, Aldo Lamorte, è un risultato che segna uno storico cambiamento di marcia nella guida del Comites locale.
Proprio Lamorte, il candidato più votato in assoluto, in una nota dichiara: “Questo successo non è frutto del caso, ma di una oculata costruzione politica a cui il presidente Ricardo Merlo – insieme alla dirigenza del MAIE – sta lavorando da anni in tutto il mondo. Lavoriamo per e con gli italiani all’estero in tutto il mondo. E il successo del MAIE in queste elezioni è frutto di questo lavoro!”. E’ proprio così, nessun segreto e nessuna magia. In questo caso non c’entra la fatalità.
La forza del MAIE sta proprio nella passione, nell’entusiasmo, nell’energia che ogni coordinatore mette nel proprio impegno quotidiano a favore del movimento e della collettività. Qui le chiacchiere stanno a zero, nessuno è come il MAIE quando si parla di italiani nel mondo. Perché, come bene ha sottolineato Marco Basti, direttore del periodico Tribuna Italiana, in un suo recente editoriale, è il MAIE l’unico progetto valido per gli italiani all’estero. Se ogni italiano nel mondo venisse informato del fatto che il MAIE esiste, al MAIE garantirebbe il proprio voto. Noi ne siamo convinti.
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