Roma – L’Europa non è ancor pronta per i movimenti indipendenti. È questo uno dei motivi di insuccesso del Maie nel Vecchio Continente secondo il coordinatore Gianluigi Ferretti che, a ItaliaChiamaItalia, spiega perché oggi più che mai è ancora più urgente la riforma del voto estero.
A differenza di quanto avvenuto in Sud America, nel Vecchio Continente il Maie non ha raccolto grandi consensi. Quali sono le cause di questo insuccesso?
“Il Maie è andato molto male e i motivi sono legati al fatto che in Europa, a differenza di quanto accade in Sud America, si vota seguendo gli stessi partiti dell’Italia a discapito delle liste e dei movimenti indipendenti. Raggiungere più di due milioni di elettori non è semplice per un movimento appena nato e, inoltre, non va sottovalutato l’effetto mediatico. I connazionali residenti in Europa vedono i programmi delle televisioni italiane dove si parla solamente dei partiti italiani, noi altri rimaniamo fuori e l’unica possibilità di farsi conoscere risiede nelle tribune elettorali, collocate in orari scomodi e con pochi telespettatori”.
Forse il coordinamento europeo non ha fatto abbastanza?
“Abbiamo fatto il possibile, in Europa non c’è spazio per le liste civiche indipendenti perché, per riuscire a farsi conoscere, dovrebbero avere una quantità impensabile di mezzi e, in ogni caso, si tratterebbe di un processo lento e impossibile da completare in pochi mesi. Basti pensare che, nel 2006, Tremaglia con la sua lista prese solamente il 3 per cento, nonostante fosse ministro”.
Il Maie in Sudamerica ha vinto solo grazie alla presenza di un parlamentare uscente, Ricardo Merlo?
“La situazione in Sudamerica è diversa, lì i partiti italiani non sono mai esistiti prima del 2006, c’erano solo le associazioni tanto che i partiti erano solamente sovrastrutture. Ne è una prova il fatto che l’unico partito sopravvissuto alle ultime elezioni è il Pd che può contare sulla presenza dei patronati. In Sud America esiste una diversa composizione dell’elettorato che rende possibile l’affermarsi di liste che si presentano come espressione di associazioni”.
Lei aveva scommesso sull’Imu come effetto boomerang nei confronti di Mario Monti che, invece, ha trionfato proprio in Europa, sconfiggendo Berlusconi.
“Confesso che avevo sbagliato le mie previsioni, pensavo che i connazionali all’estero fossero contrariati a causa dell’Imu, invece tutto questo non ha influito. La verità è che in Europa hanno sofferto molto per tutti gli scandali legati alla vita personale di Berlusconi e, inoltre, le radio e televisioni tedesche e francesi hanno quotidianamente magnificato la serietà di Monti”.
Lei attribuisce molta importanza alla comunicazione. È difficile, però, pensare che radio e tv estere abbiano potuto cancellare, da sole, il malcontento generato dalla tassa sulla prima casa.
“È giusto che l’informazione e il senso civico venga prima del desiderio di vedersi cancellare o restituire una tassa reputata ingiusta. Il risultato europeo è stato in controtendenza all’Italia, dove le grandi aspettative iniziali si sono sgonfiate in pochi mesi. La verità è che, all’estero, Mario Monti è visto ancora come il più credibile”.
In considerazione degli ultimi esiti elettorali, si ricandiderebbe?
“Certo, potrei ricandidarmi, ma lo farei tenendo fede a questa idea di ‘laboratorio politico’ che ha animato il Maie. Sono della vecchia scuola e penso che le battaglie si facciano per il gusto di combattere, sono profondamente convinto che ci sia bisogno di movimenti civici che si occupino di problematiche specifiche legate agli italiani all’estero. Purtroppo i risultati non arrivano mai in poco tempo, ma l’importante è gettare un seme. Non dimentichiamo che oggi Grillo ha trionfato, ma otto anni fa prendeva il tre per cento”.
L’Italia rischia di dover tornare presto alle urne. Ritiene che, prima di nuove elezioni, il Parlamento riuscirà almeno a riformare il voto, compreso quello estero?
“Non credo che ci vogliamo grandi analisti per capire che si andrà presto al voto, è quasi logico. Sarebbe necessario rifare la legge elettorale perché il sistema presenta falle terribili e questa riforma è ancora più auspicabile per il voto estero. Chi opera sul territorio sa come avvengono molte irregolarità, ma non le può provare. Non dico tutto questo per il mio risultato, bisogna trovare le giuste formule per regolamentare il voto estero altrimenti rischiamo che venga cancellato”.
Pensa che il futuro degli italiani all’estero sia nei movimenti e non nei partiti? I grillini fanno la stessa previsione sull’Italia.
“Ritengo fondamentale la presenza di liste che si occupino solamente di questo settore. C’è un aspetto che sta emergendo in questi giorni e che non condivido, il fatto che alcuni partiti stranieri si stiano vantando di aver mandato i loro rappresentanti nel Parlamento italiano”.
A chi si riferisce?
“Ad esempio Renata Bueno (eletta in Sud America con l’USEI di Eugenio Sangregorio, ndr). In seguito alla sua elezione il vicepresidente del Psi si è dichiarato soddisfatto di aver inviato in Italia una loro rappresentante e questo non è giusto, perché il voto estero deve rappresentare gli italiani all’estero, non i partiti esteri. Si tratta di un problema che investe anche la sicurezza nazionale ed è un discorso già iniziato quando Pallaro fu spinto dal governo argentino ad appoggiare Prodi. La verità è che alcuni governi esteri hanno interesse a far entrare i cittadini con doppia nazionalità per avere gente di fiducia nel nostro Parlamento”.
Proprio a proposito di governi stranieri ed esecutivo Prodi, è di questi giorni la notizia della presunta corruzione di De Gregorio ai danni dell’ex premier e voluta, stando ad alcune fonti, anche dalla Casa Bianca.
“Si tratta di un mercimonio da condannare ma, anche se De Gregorio ha avuto a che fare con gli italiani nel mondo, escludo qualsiasi collegamento con il voto estero. In questo caso si tratta di un problema di responsabilità personale, si è trattato di una colossale compravendita sulla quale farà luce la magistratura”.
Il Maie Europa va avanti anche dopo questa delusione elettorale?
“Sicuramente andremo avanti, teniamo duro perché facciamo parte di un movimento mondiale e crediamo nel progetto, i risultati arriveranno. Speriamo che la doverosa revisione del voto all’estero porti a un vero voto d’opinione, depurato da tante sovrastrutture. Solo a quel punto avremo veramente spazio”.
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