Verona – “Non volevamo inscenare un comizio, ma realizzare una giornata operativa”. È quanto dichiara il coordinatore europeo Maie Gian Luigi Ferretti a ItaliaChiamaItalia, a margine del primo congresso europeo da lui stesso organizzato a Verona sabato 27 ottobre.
Il primo congresso europeo è stato, in pratica, un evento per i dirigenti. Perché non avete aperto alla partecipazione di più persone?
“Non abbiamo fatto pubblicità all’evento né abbiamo dato risalto di proposito, volevamo radunare solamente i dirigenti per una giornata di lavoro, non siamo qui per sentire dei comizi, ma per elaborare un documento di lavoro. Abbiamo chiamato chi ha degli incarichi e chi lavora fattivamente per il movimento, usciremo da qui con qualcosa di concreto da presentare”.
Lei opera nel settore da molti anni e ha visto l’evoluzione di diversi partiti. Perché ha scelto di aderire al Maie?
“Non sono un antipolitico ma sono deluso, come molti, dai partiti. Vedo nel Maie la continuazione delle idee di Tremaglia che ha sempre predicato l’unione tra tutti noi. Nel Maie vedo un movimento di popolo che non ha padroni, sogno un gruppo nutrito di parlamentari che facciano come, ad esempio, gli altoatesini, così compatti e uniti nel presentare le loro rivendicazioni e fare fronte comune”.
Gli altoatesini, però, sono un fronte comune nel vero senso del termine, anche a livello geografico. Voi del Maie, invece, avete storie e origini molto diversi.
“Dentro il Maie c’è gente molto diversa, è vero, ma questo è un valore aggiunto. Io ho una storia di destra, ho conosciuto la senatrice Giai, di provenienza comunista, e ci siamo trovati d’accordo su tutto. I partiti rispondono ormai a schemi vecchi, dobbiamo unirci e trovare la forza tra noi”.
Dopo Verona, quali saranno le prossime tappe?
“A breve organizzeremo vari congressi nazionali, il primo a Bruxelles, poi Stoccarda, Zurigo, Parigi”.
Nel corso del suo intervento ha dichiarato di non voler rispondere a chi attacca il Maie o lo definisce “l’Udc all’estero”. Non pensa che questo silenzio venga interpretato dagli elettori come mancanza di motivazioni?
“Continuerò a non rispondere alle polemiche, a meno che non siano infamanti. Sono convinto della mia scelta, indubbiamente diamo fastidio a molti e loro cercano di provocarci, rispondere non serve ed è controproducente. Se mi chiedessero chiarimenti in maniera civile risponderei, ma non do seguito alle banali provocazioni”.
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