Le elezioni politiche a quanto pare sono più vicine di quanto potessimo pensare solo un mese fa. Il Natale è alle porte, dicembre passerà in un soffio, e le Feste si trascineranno almeno fino a metà gennaio. A febbraio, si dovrebbe votare. In un attimo, ci ritroveremo di fronte alle urne. Per chi votare? A chi dare il nostro consenso?
Ciascuno avrà la possibilità di votare il partito o il movimento in cui più si rivede. E per gli italiani nel mondo, personalmente non ho dubbi: il mio voto andrà al MAIE, al Movimento associativo italiani all’estero, che mi onoro di rappresentare in Centro America.
Non credo più né a destra né a sinistra, non credo più né al rosso né al nero, non credo più alla politica che mi è stata presentata negli ultimi anni. Non credo più a chi ha promesso e non ha mantenuto, a chi ha dormito, a chi non ha neppure fatto finta di lavorare. Basta a deputati e senatori di cartone, soldatini di piombo buoni solo a pigiare un bottone a seconda di ciò che viene ordinato loro dal proprio segretario di partito.
Come italiano residente all’estero, che da oltre 15 anni vive oltre oceano, ho deciso di portare avanti le idee di un movimento autonomo, vicino agli italiani nel mondo senza se e senza ma, pronto a battersi in Parlamento e in ogni sede istituzionale per difendere gli interessi, le necessità, i desiderata dei milioni di connazionali residenti nei cinque continenti.
Lasciamo che in Italia i partiti si scannino fra loro. Non sprechiamo il nostro voto mandando avanti chi il giorno dopo ci avrà già dimenticati. Consegnamolo al MAIE e ai suoi candidati, tutte persone capaci e sensibili, esperte del mondo dell’emigrazione, persone che conoscono bene i Paesi in cui risiedono e le comunità italiane locali. Non facciamoci fregare un’altra volta, di prese per i fondelli siamo arcistufi. Diamo fiducia al Movimento associativo italiani all’estero, diamogli la forza necessaria per poterci rappresentare a Roma e poi osserviamo con attenzione il suo lavoro e il suo impegno: se ci renderemo conto di essere stati ingannati ancora una volta, sapremo che al prossimo giro il MAIE dovrà essere dimenticato. Ma se, come sono certo, scopriremo che la battaglia del MAIE a nostro favore, di noi che viviamo lontani dallo Stivale, di noi dimenticati e mortificati nei nostri uguali diritti, sarà portata avanti con coerenza e senza guardare in faccia nessuno, allora ci saremo convinti di avere dato il nostro voto a chi se l’è meritato. E saremo pronti a farlo altre dieci, cento, mille volte.
Cari italiani nel mondo, 18 parlamentari eletti all’estero, presenti a Roma dal 2006, sono serviti in 7 anni a poco o nulla. Troppo divisi fra loro, troppo gelosi e invidiosi, gli uni degli altri. Votiamo i candidati MAIE affinchè a Roma possa arrivare una pattuglia compatta di rappresentanti del Movimento. Saremo un muro di fronte a chi vorrà distruggere tutto ciò che di buono esiste nel mondo dell’emigrazione, un caterpillar contro sprechi e carrozzoni, una forza compatta pronta a ridisegnare quegli apparati che fino ad oggi non hanno funzionato. Il rigore? Saremo inflessibili nello smascherare chi non vorrà prestare attenzione alle ragionevoli richieste delle comunità italiane residenti oltre confine. L’equita’? Saremo i garanti delle priorità degli interventi da realizzare anche in questi tempi di crisi. Lo sviluppo? Saremo promotori di progetti alternativi in grado di offrire spazi utili a ridimensionare le cifre allarmanti sulla disoccupazione giovanile che si allarga anche all’estero. Per gli Italiani nel mondo, dare fiducia al MAIE significa puntare sul cambiamento e ricominciare a sperare.
*Coordinatore MAIE Centro America
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