Coraggioso, Eugenio Sangregorio. Il suo ultimo intervento, nel quale ha spiegato con chiarezza i motivi che l’hanno portato a lasciare il Popolo della Libertà, il partito in cui aveva creduto, vale la pena di essere letto con grande attenzione, più volte. Soffermandosi magari su frasi, tipo: “La dinamica é stata chiara e colpevole (si parla di Senato federale e della presenza dei senatori eletti all’estero a Palazzo Madama, ndr): non solo il Pdl non ha lottato CONTRO questa possibilità, ma addirittura si é attivato per imporre a tutti i suoi Senatori di votare a favore di questa riforma che contraddice l’impegno assunto con chi li ha votati. I Senatori del Pdl provenienti dalle circoscrizioni estere cosa hanno fatto? Non si sono presentati o hanno votato per la cancellazione dei loro stessi seggi!! Ognuno di loro però, aveva promesso fedeltà ai propri elettori, aveva giurato di lottare per i diritti, per l’integrazione, per la valorizzazione degli italiani all’estero; ed invece costoro hanno tradito in modo incredibile, plateale e meschino la dignità del loro mandato”. E ancora: “All’interno di queste dinamiche, fatte di imposizioni e servilismi, di certo non trova posto la mia persona. Neanche un minuto potrei restare inerte quando sollecitazioni di tale portata mi scuotono. Per questo la mia profonda delusione dura solo un attimo e con la forza della passione verso il mio Paese, trasformo questo scoramento in nuova determinazione, quella di continuare con il mio sostegno all’Italia. Sceglierò come nuovi compagni coloro che con onestà e generosità credono davvero in una moderna strategia internazionale in cui teatro é il mondo ma attori siamo noi italiani, di qualunque Paese… uniti”.
Così parla un uomo davvero libero. Così parla un politico che mette al primo punto l’interesse degli italiani nel mondo, a prescindere. Sangregorio ha fatto la scelta più difficile e scomoda, ma ha intrapreso l’unica strada possibile per un uomo coerente con gli impegni sottoscritti. Lui non ha bisogno né di soldi né di incarichi particolari: di quattrini ne ha già abbastanza, li ha prodotti con il suo lavoro e con le sue capacità manageriali; e di nomine pure di prestigio ma vuote di significato reale non saprebbe che farsene, perchè la sua battaglia personale a favore della comunità italiana in Argentina vuole soprattutto sconfiggere l’inerzia e la retorica. No, il calabrese doc residente a Buenos Aires, imprenditore di successo, che probabilmente suscita invidia tra gli ipocriti che mugugnano, non si piega facilmente. Il PdL? Non fa per lui, non più. La candidatura? Chissenefrega. E se proprio Sangregorio si vorrà candidare, lo potrà fare con il proprio partito, l’USEI – Unione sudamericana degli emigranti italiani. Non ha bisogno di chiedere il permesso a nessuno, per farlo. Non ha bisogno di “leccare” questo o quello, lui ha la sua forza, quella che gli viene da tanti anni trascorsi vicino agli italiani d’Argentina, alle associazioni, agli imprenditori: per questo, ha deciso di prendere la strada che ritiene più giusta. Una strada che guarda all’interesse degli italiani nel mondo, nulla di più.
Ho avuto la fortuna, ormai tempo fa, di conoscere Eugenio Sangregorio di persona: l’ho incontrato più volte da allora, e nei vari incontri l’ho potuto vedere a volte sereno, altre volte incazzato, ma mai abbattuto, mai dato per vinto. Negli ultimi due anni, l’ormai ex Coordinatore del Movimento delle Libertà in Argentina è riuscito a diventare in Sud America uno dei protagonisti della politica dedicata agli italiani all’estero. A lui guardano diversi gruppi di persone, e non è strano pensare che possa avere più consenso lui di qualche parlamentare del PdL eletto nel suo stesso Paese di residenza. Perché parlare senza filtri, fare scelte chiare, alla lunga ti premia con la fiducia di tanti. Sangregorio continuerà il suo impegno a favore degli italiani nel mondo, e lo farà “con coloro che con onestà e generosità credono davvero in una moderna strategia internazionale in cui teatro é il mondo ma attori siamo noi italiani, di qualunque Paese…”: una filosofia che non può non ricordarci quella del Maie, il Movimento associativo degli italiani all’estero fondato e presieduto dall’On. Ricardo Merlo. E siccome la politica è l’arte del possibile, anche se fra il Maie e Sangregorio non sempre è corso buon sangue, chissà che in futuro le due anime indipendenti del Sud America non si possano riavvicinare. Noi ce lo auguriamo, perchè abbiamo bisogno di lottare insieme.
ricky@italiachiamaitalia.com Twitter @rickyfilosa
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