I lettori più affezionati di ItaliaChiamaItalia si ricorderanno molto bene dello scandalo Inca/CGIL di Zurigo: una vera e propria truffa, nel 2009, a carico di numerosi pensionati italiani residenti in Svizzera. Ora Susanna Camusso, nel corso della sua audizione al Comitato per le questioni degli italiani all’estero del Senato (presieduto dal Pd Claudio Micheloni), lo dice con grande fermezza: in quello scandalo la Cgil non ha responsabilità. E la stessa Inca Svizzera, semmai, è vittima della truffa perpetrata dall’allora presidente Antonio Giacchetta. Truffa che ha lasciato il posto anche alla beffa: "Capisco ci possa essere l’amarezza per il fallimento dell’Inca Svizzera, ma tutti noi seguiamo le leggi che ci sono nei singoli contesti e ne verifichiamo le conseguenze – spiega la Camusso – C’è da dire anche che quel fallimento ha determinato il licenziamento dei lavoratori che operavano nelle varie sedi dell’associazione e la perdita dell’attività".
Camusso continua: “Disponibilissimi a qualunque cosa possa aiutare le persone" truffate "nel fare la cosa giusta, poi capisco bene che nell’immaginario collettivo il simbolo rosso è importante e per quella ragione abbiamo seguito la vicenda, ma dichiariamo la nostra estraneità rispetto ai comportamenti individuali di una persona". "Noi siamo come Confederazione, magari avendo al nostro interno opinioni diverse, disponibili a collaborare" per una riforma del sistema dei patronati. "Ma se ci sono persone truffate dal comportamento di un singolo, valgono le leggi".
"Continuo a non capire – ha detto ancora la leader CGIL – perché il comitato chieda un incontro a noi in questa vicenda, né trovo nella ricostruzione fatta coerenza con quanto è a nostra conoscenza". La Cgil, ha spiegato Camusso, "ha rapporti del tutto indiretti" nella vicenda, visto che "l’Inca svizzera ha un accordo con l’Inca nazionale che è coordinata da noi, e ha subito una vera e propria truffa individuale, perché il direttore agiva in totale autonomia".
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