Tiene ancora banco nel dibattito politico il tema delle intercettazioni, ritornato un tema “caldo” dopo lo scandalo delle tangenti di Ischia, da cui è spuntato anche il nome di Massimo D’Alema. Per Lorenzo Guerini, vice segretario del Pd, si può "pensare ad un intervento legislativo sulle intercettazioni, ma equilibrato e costruito con un largo consenso di tutti gli attori in campo, politica, magistratura e mondo dell’informazione".
Intervistato da La Stampa, dice: "Il fatto che esista una legge con un sistema sanzionatorio lieve vuol dire che il legislatore già si è posto il problema e probabilmente la norma non garantisce che gli obiettivi possano essere raggiunti. Ma è materia delicata ed è giusto agire costruendo il massimo consenso con un’ampia riflessione".
Dichiarazioni commentate da Fabrizio Cicchitto, Ncd, su Twitter: “Guerini va preso in parola. E quello che ha detto sulle intercettazioni deve trovare una rapida realizzazione legislativa”.
Guerini nell’intervista parla anche di governo: non è vero, sostiene, che stia diventando un esecutivo monocolore di un Pd pigliatutto. "C’è un protagonismo di tutte le forze politiche della maggioranza", spiega, "Alleanza Popolare ha un peso significativo con dicasteri importanti, guidati da figure di spessore. Poi è chiaro che sulla scelta dei ministri c’è un confronto obbligato col premier da cui uscirà la scelta migliore".
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