Mentre l’esecutivo guidato da Matteo Renzi si appresta a compiere scelte decisive per stabilire se l’immediato futuro del nostro Paese sia o meno nel segno della crescita, l’Istat registra qualche "spiraglio di sole" per la produzione industriale, che a gennaio aumenta di un punto percentuale rispetto a dicembre 2013: per trovare un incremento congiunturale più rilevante occorre addirittura risalire ad agosto 2011. Nella media del trimestre novembre-gennaio la produzione aumenta invece dello 0,7% rispetto al trimestre immediatamente precedente. Corretto per gli effetti di calendario, a gennaio l’indice aumenta in termini tendenziali dell’1,4% (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 di gennaio 2013). Si interrompe l’inversione di rotta (-0,7% annuo, -0,8% su mese) registrata a dicembre, riprendendo il cammino iniziato a novembre, primo "squillo" positivo dopo due anni in rosso. Sempre oggi, però, il Centro studi Confindustria avverte che la strada da fare è ancora molto lunga: gli esperti di Viale dell’Astronomia stimano infatti un calo della produzione industriale dello 0,2% a febbraio su gennaio, a fronte dell’aumento dell’1% di gennaio su dicembre, comunicato oggi dall’Istat. Insomma, una ripresa ancora fragile, ma tuttavia in corso: il Csc sottolinea infatti che "questa dinamica determina un avvio positivo del primo trimestre del 2014: la variazione congiunturale acquisita è di +0,5%; nel quarto trimestre del 2013 si era avuto un recupero dello 0,9% sul terzo (dato rivisto al rialzo dal +0,7% comunicato dall’Istat il mese scorso)".
Confindustria stima inoltre che "la tendenza dell’attività nei prossimi mesi risulta marginalmente positiva, grazie soprattutto al contributo della domanda estera" e buone notizie arrivano dal manifatturiero: "La componente ordini del Pmi manifatturiero – in area di espansione ininterrottamente da giugno 2013 – indica in febbraio un incremento, pur se meno vivace rispetto a quello rilevato nei mesi precedenti" e "quella relativa agli ordini esteri mostra un’accelerazione, partendo dai livelli già molto elevati di gennaio", dati coerenti con le indagini Istat sulla fiducia nel manifatturiero. Ma "rispetto al picco pre-crisi (aprile 2008) il livello di attività rimane inferiore del 23,8%" sentenzia la nota del Csc. Tornando ai dati Istat, si registrano a gennaio (dati corretti per gli effetti del calendario) aumenti nei comparti dei beni intermedi (+4,5%), dei beni strumentali (+2,7%) e, in misura meno rilevante, dei beni di consumo (+0,6%). Un calo marcato invece, segna il comparto dell’energia (-5,3%).
Rispetto a gennaio 2013, i settori caratterizzati da una crescita più marcata sono: la fabbricazione di mezzi di trasporto (+12%), la metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+9,6%), la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (+5,9%) e le altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine e apparecchiature (+3,8%). Tra i settori in calo, quelli che a gennaio registrano le diminuzioni tendenziali più ampie sono l’attività estrattiva (-6,5%), la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (-6,4%) e la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-5,6%). Dati nel complesso incoraggianti, ma non ancora sufficienti per reggere il confronto con la prima economia europea: basti pensare che a gennaio la produzione industriale è cresciuta in Germania del 5% a livello tendenziale, con la "locomotiva tedesca" che corre oltre tre volte più veloce di quella italiana (+1,4%).
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