Bocche cucite a palazzo Chigi sull’incontro di un’ora e mezza tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il colloquio, annunciato ieri da fonti parlamentari, è iniziato alle 12 al Quirinale e aveva, sempre secondo indiscrezioni, come ordine del giorno le riforme costituzionali su cui sembra traballare il patto tra il Partito democratico e Forza Italia.
A scatenare le fibrillazioni le dichiarazioni del leader azzurro, Silvio Berlusconi, che nel corso della trasmissione ‘Porta a porta’, ha definito "forse incostituzionale" l’Italicum mentre "la riforma del Senato non è votabile entro il 25 maggio", e per finire ha sottolineato che non c’è "nessun impegno di Fi" sullo stop all’elezione diretta dei senatori, salvo poi tornare indietro e precisare: "Sì al Senato non elettivo". Un passo indietro di Berlusconi o un avvertimento che senza Forza Italia non si fa nulla?
Resta il fatto che proprio oggi a sorpresa da Milano, nel corso della presentazione delle liste alle Europee, Berlusconi ha tenuto a ribadire che Forza Italia è da sempre il partito delle riforme e che su quella "al Senato ci siamo, ma vogliamo discutere di come deve essere composto".
Quello di oggi tra Renzi e Napolitano non è di certo un fulmine a ciel sereno. Il capo dello Stato ha già visto Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari costituzionali di palazzo Madama, per capire come rilanciare il cammino delle riforme al netto dei toni da campagna elettorale. Renzi, però, secondo quando si apprende, non vuole rimandare il capitolo Senato e Titolo V a dopo le elezioni e pertanto vuole mettere in sicurezza la nascita del Senato delle Autonomie almeno nel Pd. Insomma il premier vuole essere certo che a palazzo Madama almeno i suoi non facciano scherzi, per questo lunedì vedrà sia Finocchiaro sia Luigi Zanda e martedì si confronterà con i senatori Dem per cercare un compromesso, una mediazione su un testo base da presentare mercoledì in commissione Affari costituzionali.
Una strada potrebbe essere quella della proposta del lettiano Francesco Russo, proposta che accontenterebbe sia la minoranza del Pd che gli alleati del Nuovo centrodestra. Russo nel suo testo chiede di individuare i futuri senatori contestualmente ai consiglieri regionali all’interno dei consigli regionali.
Oggi intanto rientrando a palazzo Chigi Renzi si è concesso alla folla che lo attendeva in piazza Colonna. Nulla da dire sul faccia a faccia con Napolitano, una sola frase dopo tante strette di mano e foto ricordo: "Scusate ora vado, altrimenti non si lavora più".
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