“Per beneficiare dell’esenzione IMU e delle altre agevolazioni fiscali sulla casa posseduta in Italia da parte dei pensionati all’estero dovrebbe bastare il requisito dell’età”. E’ quanto afferma il deputato eletto all’estero Alessio Tacconi (gruppo Misto) in relazione alla norma in-trodotta dall’articolo 9-bis del Decreto Legge 28 marzo 2014, n. 37 che stabilisce che “a parti-re dall’anno 2015 è considerata direttamente adibita ad abitazione principale una ed una sola unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato e iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE), già pensionati nei rispettivi Paesi di residenza, a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia, a condizione che non risulti locata o data in comodato d’uso”.
“Un’ottima norma rischia di essere lasciata alla libera interpretazione degli Uffici Tributi degli oltre ottomila comuni italiani, alcuni dei quali non sono nemmeno ancora a conoscenza delle novità introdotte per il 2015, come mi ha segnalato qualche nostro connazionale all’estero che a tale proposito aveva interpellato il proprio comune. Nei miei contatti sul territorio – continua il deputato – ho avuto modo di constatare personalmente il generale disorientamento dei nostri pensionati all’estero che sono completamente all’oscuro degli adempimenti necessari per certificare il loro status. La disposizione, infatti, non sembra del tutto chiara laddove fa riferimento a “cittadini già pensionati nei rispettivi paesi di residenza” e si presta ad interpretazioni non univoche da parte dei comuni interessati che potrebbero quindi escludere dal beneficio i cittadini italiani che, per esempio, sono pensionati INPS, ma non pensionati “dal” paese di residenza”.
“Aggiungo poi, che l’attuale formulazione pone in capo ai possibili beneficiari l’onere della prova del loro status di pensionati nei rispettivi paesi di residenza con la produzione di dichia-razioni degli enti previdenziali, relative traduzioni, legalizzazione e certificazione finale da parte delle nostre Rappresentanze diplomatico-consolari. Appare del tutto evidente che l’intera procedura rappresenta un inutile aggravio sia per i beneficiari, sia per le nostre Rap-presentanze”.
“Ho depositato perciò una proposta di legge – che spero possa essere sottoscritta e sostenuta anche dagli altri deputati eletti all’estero – per superare le suddette criticità introducendo, qua-le unico requisito necessario, il concetto anagrafico di “età pensionabile secondo le norme vi-genti in Italia”: in tal modo da un lato si sgombra il campo da ogni dubbio interpretativo circa la platea dei beneficiari, dall’altro solleva i beneficiari stessi dall’onere della prova del loro status di pensionati e le nostre Rappresentanze diplomatico-consolari dall’aggravio di lavoro per certificazioni varie: basterebbe così una semplice autocertificazione corredata da un do-cumento di identità”.
“E’ una semplice scelta di buon senso, assolutamente indolore: infatti la circostanza che l’attuale “età pensionabile” in Italia – prosegue ancora l’Onorevole Tacconi – sia tra le più alte del mondo (la Germania, per fare un esempio a noi vicino, ha recentemente modificato l’età pensionabile abbassandola da 65 a 63 anni con 45 anni di contributi) fa ritenere che non ci sa-ranno maggiori oneri per il bilancio dello Stato. Rimarrebbe l’onere della prova del loro status solo per i cittadini pensionati nei rispettivi paesi di residenza in età inferiore a quella prevista in Italia”.
“Non si esaurisce certo con ciò l’annoso problema della tassazione della casa: è necessario – conclude il Deputato – che si ponga mano quanto prima ad una riforma globale che preveda concrete agevolazioni per la totalità dei cittadini residenti all’estero: molto spesso la loro casa di proprietà è stata costruita a costo di enormi sacrifici con il proposito di tornarvi periodica-mente per trascorrervi un periodo di vacanze nel paese che li ha visti nascere, attraverso il quale mantenere i legami affettivi con l’Italia. Non si può ancora penalizzare chi è già stato costretto alla dura esperienza dell’emigrazione”.
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