Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un connazionale residente in Germania. Vale la pena leggerla fino in fondo. Il nostro lettore è arrabbiato, se la prende con l’Italia e con chi la governa. A lui, e a tanti altri connazionali nella sua situazione, i 18 eletti all’estero non hanno saputo dare risposta, fino adesso. Imu e Tarsu sono ancora due questioni irrisolte sul tavolo degli italiani nel mondo. Arriverà il giorno in cui gli eletti all’estero sapranno ottenere davvero qualche risultato a favore dei connazionali? Arriverà il giorno in cui i 18 rappresentanti degli italiani all’estero potranno giustificare il loro bel stipendio e la loro poltrona a Roma? Leggetevi la lettera.
Caro direttore,
sono Antonio, nato 76 anni fa in una contrada di un piccolo Comune del Cilento da una onesta, povera e numerosa famiglia contadina, povera come l’economia della zona. Dopo la scuola elementare, fino all’età di 18 anni, senza ricevere una lira, imparai il mestiere di fabbro. Nonostante la giovane età, capii subito che sarebbe stato difficile costruirmi un futuro se fossi rimasto in zona e allora decisi di emigrare in Uruguay, dove rimasi quasi quattro anni. A mani vuote fui costretto a ritornare al mio paese dove cercai inutilmente di reinserirmi nel mondo del lavoro. Decisi quindi di emigrare in Germania. Qui trovai subito lavoro come manovale nei cantieri stradali ed incominciai a metter da parte i miei primi risparmi.
All’età di 28 anni rientrai in Italia e mi sposai. Investii i miei risparmi, frutto del mio lavoro in Germania, costruendo, su un pezzetto di terreno concessomi dai miei genitori, due stanze, per abitarci con la mia famiglia. Cercai di inserirmi ma il lavoro scarseggiava e lasciando mio figlio, il primo, ai nonni, ritornai, nel 1979, di nuovo in Germania. Mi fu difficile trovare un lavoro e dopo alcuni mesi di disoccupazione decisi di rientrare. Ma un anno dopo, costretto dalle circostanze, decisi di tornare ancora una volta in Germania. Qui risiedo ininterrottamente dal 1980 in una zona vicino alla frontiera con la Svizzera.
In tutti questi anni di duro lavoro ho investito tutti i miei risparmi nei lavori di ampliamento delle due stanze iniziali, fino a realizzare due appartamenti con una superficie complessiva di circa 230 mq, pensando che un domani essa sarebbe stata necessaria sia per le esigenze dei miei figli che nostre, mia e di mia moglie. Ne sono tuttora il proprietario per una ragione specifica, che si capirà più avanti.
Percepisco una pensione mensile pari a 650 €, mentre quella di mia moglie, avendo pochi anni di contribuzione, ammonta a circa 340 euro. Abitiamo in affitto; paghiamo un canone mensile di circa 480 €, più spese di riscaldamento, luce ed acqua. Purtroppo non abbiamo potuto realizzare il nostro sogno iniziale, quello di rientrare tutti in Italia, soprattutto per non incorrere nel rischio di trovarci senza lavoro, sia io che i miei figli. I miei due figli abitano nella mia stessa zona e noi, mia moglie ed io, non abbiamo mai avuto il coraggio di allontanarci da loro, per non sottrarci al godimento del reciproco affetto, della presenza e della vicinanza sia dei figli che dei nostri insostituibili nipotini.
Perché racconto la mia storia, forse comune a tante altre? Il motivo è dettato dalla disperazione e dal costatare la mia impossibilità a poter reagire, se non attraverso questo sfogo, ai soprusi, alla indifferenza, all’ingiustizia, alla ingratitudine a cui sono soggetto da parte del nostro Paese.
Posso dire che l’Italia, oltre ai natali, non mi ha mai dato la possibilità di poter vivere la bellezza del territorio dove sono nato, l’affetto della mia gente, ma mi ha costretto – senza nutrire per questo alcun rancore – da giovincello, con la morte nel cuore, a cercare altrove la possibilità per costruirmi una famiglia e di poterla far crescere dignitosamente. Nonostante tutto ho sempre cercato, investendo tutti i miei risparmi, pensando di poter poi godermi i loro frutti, di tornare in Italia. La mia terra, che non mi ha dato mai niente, perché fatalmente povera, si e’ arricchita, frequentandola a seconda delle mie possibilità, dei miei pensieri, delle mie costanti attenzioni, del nostro affetto, mio, di mia moglie, dei miei figli, dei miei nipoti ed anche dei miei investimenti e in minima parte anche dei miei figli, di cui non abbiamo potuto e non possiamo godere granché. Sono arrabbiato, incazzato (non dovrei usare questo linguaggio alla mia età), deluso, avvilito.
E’ vergognoso essere costretti, mia moglie ed io, a pagare, per il frutto dei nostri investimenti di una intera vita, spese pazzesche, ingiuste e mortificanti per i nostri averi in Italia, che ci rendono la vita difficile e quasi impossibile alla nostra età. Mi sento derubato nel momento in cui mi si chiede di pagare l’Imu come seconda casa per un importo annuale di circa 1.400 €. Mi sento derubato nel momento in cui sono costretto a pagare circa 700 € all’anno per la spazzatura per un paio di settimane di presenza.
Sento parlare di detrazioni. Ma di quali? Si diceva già tempo fa di questa possibilità, ma il mio Comune non l’ha mai concesse! Quindi a chi volete prendere per i fondelli, voi politici all’estero e in Italia e l’Anci, se, vigliaccamente, non avete il coraggio delle vostre azioni, lasciando alla sola discrezionalità dei Sindaci il compito di risolvere le questioni? Perché avete la faccia tosta e ci trattate da ignoranti? Non chiediamo l’elemosina, ma solo il rispetto! Vergognatevi!
Mi sento preso per i fondelli dagli amministratori, incivili ed arroganti, dei nostri Comuni che ci trattano a pesci in faccia. Mi sento deluso da una Nazione che, mentre tanti italiani erano costretti a lasciarla per costruirsi una vita onesta e dignitosa sottoponendosi a duri sacrifici, nostri connazionali in Italia, tra ruberie ed imbrogli vari, da parte di tanti amministratori ladri e di tanti cittadini altrettanto mangioni, e’ stata ridotta al punto che noi, e non solo noi italiani, per nostra vergogna, conosciamo.
Non e’ giusto essere trattati in questo modo per responsabilità di politici corrotti, di amministratori incapaci e voraci, che hanno addirittura peggiorato le condizioni economiche dei nostri territori, costringendo ancora oggi tanti giovani a lasciarli e a cercare fortuna fuori dal territorio nazionale. Non ho sufficiente forza per gridarlo, ma e’ un’ingiustizia clamorosa!
Non mi spiego come mai i nostri rappresentanti eletti all’estero non riescano a trovare una soluzione e rendere giustizia a tutti gli italiani nel mondo che con i loro sacrifici hanno investito in Italia il frutto dei loro sudori. Ho il rammarico di dover lasciare ai miei figli il frutto dei sacrifici della nostra vita su cui gravano, vergognosamente, oneri che richiederanno ulteriori sacrifici per godere di questa "pesante" eredità, di cui non li ho ancora ufficialmente resi intestatari per sottrarli a questa ingiustizia, conoscendo anche le loro difficoltà per portare avanti le loro famiglie.
Cosa intendono fare i nostri eletti all’estero ed i nostri amati politici italiani ed amministratori locali? Se non riusciranno, come non lo sono stati finora, a risolvere questa penosa e grave ingiustizia, con quale coraggio pensano, i nostri rappresentanti all’estero, di presentarsi alle prossime elezioni politiche? Attraverso il nostro voto abbiamo garantito loro un dignitoso stipendio e loro cosa ci hanno dato in cambio? Vergogna per il persistere di questa grave ingiustizia di cui nessuno dei nostri rappresentanti politici ne avverte nella misura giusta la sua gravità. Non siamo, noi italiani nel mondo, rappresentati e governati dignitosamente! Dobbiamo ribellarci e far sentire la nostra rabbia! Non possono continuare a derubarci!!!
Antonio Maffia (emigrato in Germania)
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