Pregiatissimo Sig. Sindaco, Le scrive da lontano uno dei tanti, tantissimi romani residenti all’estero che però possiede ancora la casa di famiglia nella Città Eterna.
Ho letto con molta attenzione la Sua email, in cui Lei evidenzia il Suo disagio per gli esigui fondi che il Comune riceverà, in contrasto con l’ingente importo della manovra "IMU". Ho anche letto con molta attenzione l’opuscolo pubblicato oggi sul sito web di Roma Capitale; ed a questo proposito, Le faccio i miei complimenti perché l’ho trovato ben fatto ed esaustivo.
Le scrivo per dirLe che son d’accordo con Lei; la nuova IMU non è la vecchia ICI; infatti, con la vecchia ICI, la mia casa, la mia unica proprietà immobiliare in Italia, che non affitto a nessuno, e che per me è solamente un fardello che trascino per motivi sentimentali e non certo economici, sarebbe stata equiparata a "prima abitazione" e quindi soggetta ad aliquota agevolata; in questo caso il 4 per mille invece del 7,6 per mille.
Il Legislatore volle a quel tempo in questo modo avere un "occhio di riguardo" per gli Italiani residenti all’estero, evidentemente considerandoli una risorsa da conservare e proteggere.
Per quanto riguarda l’IMU, invece, interpellato da varie forze politiche, il Governo Monti si è limitato a "delegare" ai Comuni la facoltà di equiparare a "prime case" o meno le abitazioni non locate e di proprietà di cittadini Italiani residenti all’ estero, come lo scrivente.
Quindi la mia domanda è spontanea e semplice; cosa ha intenzione di fare Lei e la Sua Amministrazione in merito a ciò?
Saremo noi romani residenti all’estero penalizzati e costretti a pagare il 300% (Ho indicato il 300% perché, calcolatrice alla mano, la medesima abitazione genera circa il 300% di imposta se considerata seconda casa invece di prima casa) di una tassa per risanare un debito che di certo non abbiamo creato noi? O la Sua Amministrazione vedrà con lungimiranza i romani all’estero come una grande risorsa in quanto "ambasciatori" delle meraviglie della nostra città e quindi promotori di un turismo che di certo porterebbe nelle casse comunali e solo marginalmente in quelle dello Stato ben più denaro di quanto non porterebbe l’IMU?
Perché signor Sindaco, i conti son presto fatti; la stragrande maggioranza dei romani all’estero si disferà delle proprie abitazioni se queste diventeranno un fardello economico insostenibile. Se poi si vorrà andare in vacanza a Roma per vedere la famiglia, si andrà in hotel o da amici/parenti.
Di certo costerà meno che mantenere un appartamento vuoto sul quale, oltre all’IMU, si deve pagare anche, fra l’altro, la tassa sui rifiuti che non si producono. Ed a questo proposito, signor Sindaco, che pensa fare la Sua Amministrazione?
Inoltre, come si fa a pagare l’IMU dall’estero? Lo so, esiste l’F24 elettronico. Ma, Signor Sindaco, la stragrande maggioranza degli italiani residenti all’estero, per lo meno qui in Australia, sono pensionati e per loro il "Mouse" è il topo… I figli ed i nipoti poi generalmente non parlano l’italiano o quanto meno non sufficientemente come per comprendere l’opuscolo che Lei ha pubblicato oggi sul sito dell’Amministrazione Capitolina.
Infine, generalmente l’italiano residente all’estero non ha un conto acceso presso un istituto bancario italiano, sul quale appoggiare l’F24, elettronico o meno.
Quindi Signor Sindaco, come fa l’italiano residente all’estero a pagare l’IMU, dall’estero?
Di solito i politici italiani non rispondono mai alle lettere inviate da semplici cittadini come lo scrivente; ma, mi creda signor sindaco, questo atteggiamento è deleterio e solamente contribuisce all’allontanamento del cittadino dalla politica ed all’aumento della determinazione di voler tagliare tutti i ponti con l’Italia. Soprattutto quelli economici.
Con le conseguenze che si vedono quotidianamente su giornali e telegiornali.
Quindi spero che Lei voglia invece cogliere l’occasione per dimostrare di essere differente dagli altri (politici) e dare pubblica risposta alle mie domande, che di certo Le vorrebbero porre le altre migliaia di romani residenti all’estero.
Distinti saluti,
Stefano Mollo – Australia
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