Senza continuare a farci prendere in giro, è evidente che sono stati proprio i nostri eletti all’estero a non volere decisamente che l’esenzione IMU venisse estesa a tutti gli italiani all’estero. La loro attenzione ed interesse, nell’ambito della discussione della legge finanziaria 2015, è stata riposta unicamente sulla questione, tra l’altro scontata, della eliminazione della Tasi a favore dei pensionati di cui, a sproposito, si sono vantati prematuramente.
Ciò si evince, a conferma, chiaramente anche dal contenuto dell’articolo dei due nostri eletti PD, on. Porta e Fedi.
Sostanzialmente mentre Renzi predicava di voler eliminare l’IMU per tutti, i nostri eletti all’estero non hanno chiesto che essa venisse estesa anche a tutti gli italiani nel mondo, non avanzando alcuna specifica richiesta in tal senso.
D’altro canto tutto questo era da prevedere. Segni premonitori in tal senso si potevano già cogliere tenendo d’occhio anche il comportamento dei due Comitati degli italiani all’estero alla Camera e al Senato, i quali non hanno fornito nella circostanza alcun apporto, contrariamente a quello che era stato fatto, in termini di lavoro preparatorio, di proposte, di coordinamento, non manifestando la minima determinazione e coerenza, in occasione dell’avvenuta approvazione della norma che ha previsto l’esenzione per i pensionati.
Possiamo quindi dedurne, fino a prova contraria, che nessuno dei nostri eletti all’estero si sia impegnato a portare avanti questa rivendicazione nell’ambito della legge di stabilita’ 2015, determinando l’attuale situazione, di cui sono da ritenersi responsabili.
Date queste premesse, era ovvio che le richieste di emendamento avanzate dal sen. Di Biagio e dal MAIE non avessero possibilità di essere accolte. Strano, tra l’altro, che lo stesso sen. Di Biagio si sia limitato a divulgare solo i ringraziamenti elargiti ai colleghi per la collaborazione fornita senza soffermarsi sulle cause che ne hanno provocato la bocciatura. Tanto i buoi non possono e non devono sapere, non sono in grado di capire. Si e’ avuta tuttavia l’impressione che si trattasse di un atto dovuto, tanto per salvare le apparenze.
Non ci resta pertanto che esprimere la nostra delusione e il nostro rammarico nel costatare che i nostri eletti all’estero sostanzialmente hanno tradito le nostre legittime aspettative sottoponendoci ad un ulteriore affronto, che poteva esserci risparmiato, vista la ghiotta occasione, con un loro sincero e fattivo impegno. Si sono trasformate in mere illusioni le legittime attese di tanti connazionali che così si vedono essere presi in giro. Si sono fatte prevalere le presunte ragioni di Stato, o di partito, a quelle degli elettori, ingiustamente, avallando l’attuale discriminazione in atto creatasi anche con il loro concorso. Dispiace dover costatare e subire tutto ciò. Si coglie anche questa occasione per continuare ad invitare per l’ennesima volta tutti i nostri eletti all’estero a manifestare responsabilmente e chiaramente i loro propositi a tal riguardo.
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