Per 15 Stati dei Caraibi il loro doloroso passato non si puo’ consegnare ai libri di storia ma ancora oggi ha pesanti conseguenze sulla vita dei suoi cittadini. E proprio per quelle conseguenze dovrebbero pagare un indennizzo i diversi Paesi europei che hanno beneficiato della tratta degli schiavi condotta fino al 1800 nell’Oceano Atlantico.
I leader di Stati come la Giamaica e Barbados hanno cosi’ avviato, durante il vertice del Caricom, l’associazione economica e politica della regione, in corso a St. Vincent, un piano di riparazioni per la schiavitu’ rivolto a Gran Bretagna, Francia, Spagna, Portogallo, Olanda, Norvegia, Svezia e Danimarca: i Paesi che in passato commerciarono e trasportarono milioni di persone dall’Africa verso i Caraibi e l’America. Il portavoce della campagna, Sir Hilary Beckles, ha comunque sottolineato che i discendenti degli schiavi non sono alla ricerca di grosse somme di denaro. ”Non ci interessano solo le transazioni finanziarie – ha precisato – siamo piu’ interessati alla giustizia per la gente che continua a soffrire i pregiudizi nella loro vita di tutti i giorni”.
Il piano in dieci punti, come anticipato dal britannico Guardian, prevede, fra l’altro, la richiesta di scuse ufficiali e incondizionate alle nazioni europee che hanno condotto la tratta e una serie di azioni a sostegno delle comunita’ povere discendenti dagli schiavi e per promuovere gli scambi culturali fra Caraibi e Africa dell’ovest. Gia’ in passato erano state chieste riparazioni. Nel 2004 i discendenti degli schiavi africani fecero causa ai Lloyds di Londra ma senza successo. Alcuni Paesi dei Caraibi si sono rivolti all’Onu, ottenendo attenzione ma niente di piu’. Anche per quanto riguarda le scuse ufficiali i Paesi europei non hanno particolarmente brillato. Come nel caso di Tony Blair, che quando era primo ministro britannico nel 2007, si limito’, attirando feroci critiche, ad esprimere il ”rammarico” per le sofferenze inflitte con lo sfruttamento della schiavitu’.
Gli Stati caraibici si sono rivolti allo studio legale di Londra Leigh Day, una garanzia in questo tipo di contenziosi: ha gia’ ottenuto dal governo del Regno Unito 20 milioni di sterline per i kenyani torturati dai britannici nella ribellione Mau Mau degli anni Cinquanta. Gli avvocati londinesi dicono di voler portare il caso dei Paesi caraibici alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja. Gli eventi della schiavitu’ pero’, sono molto piu’ lontani nel tempo, e sara’ molto difficile avere l’attenzione dei potenti.
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