Nel primo giorno di lutto nazionale, migliaia di cechi si sono recati nel centro di Praga per dare il loro addio a Vaclav Havel, primo presidente della Cecoslovacchia post-comunista e protagonista della "Rivoluzione di velluto" del 1989. Nella fredda prima mattinata, circa 10mila persone, molte delle quali vestite di nero, si sono unite alla processione solenne che ha portato il feretro dell’ex presidente nel Castello di Praga, sede della presidenza ceca.
Drammaturgo dissidente, Havel, morto domenica scorsa, è stato l’uomo che ha traghettato la Cecoslovacchia fuori dal comunismo.
E’ stato presidente cecoslovacco tra il 1989 e il 1993 e, dopo il divorzio consensuale con la Slovacchia, presidente della Repubblica ceca tra il 1993 e il 2003.
"Havel è stato un modello di uomo che vive nella verità e in armonia con la sua coscienza, e che non ha avuto paura di soffrire per questo", racconta Jaroslav Mino, 60 anni, arrivato dalla Slovacchia orientale per salutare l’ex presidente. "Io ho studiato fisica nucleare a Praga e ci torno solo ora", racconta mentre indossa un costume tradizionale slovacco e porta una bandiera della vicina repubblica. "E’ tempo di ricordare Havel – spiega – e alcuni dei suoi appelli morali che sono assenti dalla politica di oggi che è tutta affari e soldi". La Slovacchia ha deciso di proclamare il lutto nazionale per venerdì, giorno in cui nella Cattedrale di San Vito a Praga si terranno le esequie solenni.
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