Il lavoro di Monti in Europa e l’azione del presidente della Bce Draghi daranno i suoi frutti, ma le forze responsabili del Paese devono fare la loro parte e la prossima squadra che entrerà a Palazzo Chigi dovrà agire in continuità con quella guidata dal Professore, almeno "su alcuni punti essenziali come la tutela degli interessi economici e finanziari, un ruolo serio e solido dell’ Italia, un impegno per una Europa solidale e un controllo rigido dei conti pubblici". A sottolinearlo è il presidente del Senato Renato Schifani alla cerimonia del Ventaglio a Palazzo Madama, durante la quale ha ricordato come "ci attendono giornate difficili" ma "ho apprezzato moltissimo l’impegno e il coraggio di Draghi quando ha sostenuto che avrebbe fatto tutto ciò che c’era da fare sul rafforzamento dell’euro". "La moneta unica – concorda Schifani – è una scelta irreversibile, non si può tornare indietro, sarebbe la sconfitta di una scommessa troppo forte". Tuttavia, ha ammonito la seconda carica dello Stato, "non si può lasciare Draghi da solo giovedì quando si riunirà il board della Bce". Ed è in Europa che si gioca la partita più importante, per questo motivo "il presidente del Consiglio gira i Paesi scettici sulle politiche di intervento da parte dell’Europa sullo scudo anti-spread: Monti gira l’Europa per tessere una tela e, sono certo, raccoglieremo i suoi frutti, ma è un lavoro complicato".
Quanto alle polemiche sulla nuova legge elettorale, il presidente Schifani è tornato sulle parole pronunciate nei giorni scorsi al Tg1 per ribadire il concetto espresso di cui "è stata data un’interpretazione errata": "Io non tifo per maggioranze trasversali – ha detto – non tifo per leggi approvate a maggioranza, ma tifo per la logica della responsabilità. Tifo per regole che consentano al nostro Paese di essere moderno". Schifani ha quindi auspicato "un’intesa all’interno del Parlamento" e non "nelle piccole, segrete stanze dei partiti". Un’ intesa che deve coinvolgere "innanzitutto i partiti della maggioranza altrimenti questo potrebbe causare ripercussioni sul governo". Secondo Schifani, comunque, le forze politiche hanno fatto molti passi in avanti e un accordo potrebbe essere a portata di mano, entro dicembre, "ma anche prima". "Sulla legge elettorale la qualità delle nuove regole è direttamente proporzionale alla quantità del consenso", ha sottolineato il presidente ribadendo che "il Paese ha bisogno di nuove regole elettorali" e se necessario approvate a maggioranza, "anche se tale scelta non mi entusiasma". Insomma, "ad horas" tornerà a riunirsi il Comitato ristretto della commissione Affari costituzionali e anche se "non possiamo tifare per una soluzione o l’altra, possiamo solo augurare che si restituisca al cittadino elettore la facoltà di scegliere" i propri rappresentanti in Parlamento.
Il presidente del Senato è tornato inoltre sul dibattito che riguarda l’uso delle intercettazioni telefoniche, per dire che "serve un punto di sintesi": "E’ dall’inizio di questa esperienza di governo tecnico – ha sottolineato – che ci aspettiamo che il governo possa fare il miracolo, l’ho detto anche al ministro della Giustizia Paola Severino". Proprio perché si tratta di un governo tecnico e non politico, "ha tutta la possibilità di mettere attorno al tavolo le forze politiche, i rappresentanti della comunicazione e della magistratura per trovare un giusto equilibrio tra le esigenze di indagine che non vanno sacrificate, il dovere di informare e la tutela della privacy". Il presidente Schifani ha fatto cenno poi alla vicenda del ddl sull’equo compenso dei giornalisti, che da alcune settimane giace in commissione Lavoro al Senato dopo essere stato approvato all’unanimità alla Camera. E a proposito dell’opinione espressa dal ministro del Welfare Elsa Fornero in commissione Lavoro nei giorni scorsi, ha detto: "Il ministro Fornero ha tenuto a ribadirmi che quell’intervento in commissione non andava interpretato come parere negativo del governo. Io ho ringraziato il ministro e ci tengo a chiarire per rassicurare la stampa" ma "è evidente che la commissione non potrà non tener conto di questa cosa". Infine Schifani, in questa sua ultima cerimonia del Ventaglio da presidente del Senato, ha voluto lanciare un appello alle future forze politiche e ai futuri governi per risolvere la difficile situazione del sistema carcerario italiano: tutti dovranno lavorare "perché chi è detenuto possa vivere in condizioni civili e decenti" e affinché il carcere"possa veramente assolvere alla funzione rieducativa della pena", perché oggi "così non è".
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