Il nuovo Governo di Matteo Renzi si è insediato e ha avuto la fiducia al Senato. Da ora, però, conteranno i fatti. Anzi, i fatti peseranno di più delle parole. Il prosieguo della legislatura dipenderà comunque dalle riforme, quelle stesse riforme che Renzi aveva concordato con il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. Questa dovrà essere la legislatura delle riforme. Però, non si può dire se questo accordo reggerà o meno. Berlusconi, dall’opposizione, porterà avanti questo accordo. Non avendo una carica istituzionale da difendere, egli non ha nulla da perdere e, visti i sondaggi, se si andasse al voto potrebbe anche vincere. Il problema sarà per Renzi, che invece è Presidente del Consiglio. E’ lui quello che ha da perdere di più.
Per Renzi ed il suo Governo, questa legislatura è una sorta di "campo minato". Sul piano politico, la sua maggioranza non è così forte come sembra. Le insidie per lui ci sono, sono molte e vanno da sinistra a destra. Potrebbero esserci problemi con i "bersaniani" ed i "civatiani" del Partito Democratico (che un giorno sì e l’altro pure mugugnano contro Renzi) e con il Nuovo Centrodestra che, temendo di diventare marginale o di essere travolto in caso di voto, continua a sottolineare che per avere la maggioranza il Governo debba tenere conto delle sue istanze, rischiando di provocare le ire della succitata ala del Partito Democratico.
Inoltre, i "bersaniani" ed i "civatiani" del Partito Democratico non gradiscono molto l’accordo con Berlusconi. Se Renzi dovesse fallire e se (di conseguenza) dovesse fallire il percorso delle riforme la colpa verrebbe fatta ricadere sul Partito Democratico e sullo stesso Presidente del Consiglio.
Se fossi in Renzi, io mi sentirei come Giulio Cesare prima delle Idi di Marzo. Certo, ci sarebbe anche il rischio di un avanzamento dell’anti-politica, specie se il Governo non dovesse fare nulla e la legislatura dovesse andare avanti comunque.
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