"Mi onoro di annunziare alla Camera che Sua Maestà il Re Napolitano, con decreto ha accettato le dimissioni rassegnate dall’onorevole Enrico Letta, deputato al Parlamento, dalla carica di presidente del Consiglio dei ministri e quelle dei suoi colleghi ministri segretari di Stato, nonché quelle dei sottosegretari di Stato, e mi ha dato incarico di comporre il nuovo governo.
Signori, quello che io compio oggi, in quest’aula, è un atto di formale deferenza verso di voi e per il quale non vi chiedo nessun attestato di speciale riconoscenza. Da molti, anzi, da troppi anni, le crisi di Governo erano poste e risolte dalla Camera attraverso più o meno tortuose manovre ed agguati, tanto che una crisi veniva regolarmente qualificata un assalto ed il Ministero rappresentato da una traballante diligenza postale. Ora è accaduto per la terza volta, nel breve volgere di un decennio, che il popolo italiano – nella sua parte migliore – ha scavalcato un Ministero e si è dato un governo al di fuori, al di sopra e contro ogni designazione del Parlamento. Il periodo di cui vi parlo parte dall’estromissione dell’Onorevole Berlusconi dalla sua carica a causa di un complotto internazionale al quale tutta l’Italia ha incominciato a calare le ‘Breghe’…
Lascio ai melanconici zelatori del supercostituzionalismo il compito di dissertare più o meno lamentosamente su ciò. Io affermo che la rivoluzione ha i suoi diritti. Aggiungo, perché ognuno lo sappia, che io sono qui per difendere e potenziare al massimo grado la rivoluzione dei rottamatori incazzati neri, inserendola intimamente come forza di sviluppo, di progresso e di equilibrio nella storia Nazionale. Mi sono rifiutato di stravincere, e potevo stravincere. Mi sono imposto dei limiti. Mi sono detto che la migliore saggezza è quella che non vi abbandona dopo la vittoria. Con trecentomila giovani boy scout armati di accetta, decisi a tutto e quasi misticamente pronti ad un mio ordine, io potevo castigare tutti coloro che hanno diffamato e tentato di infrangere il Fascismo. Potevo fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco di esploratori e coccinelle; potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di ragazzotti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto".
OCCHIO! Abbiamo preso spunto dal primo discorso di Mussolini e abbiamo scoperto che riproduce la realtà di oggi e alla realtà di oggi lo abbiamo adattato.
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