Conto alla rovescia per le prime misure sulle quali il governo punta anche per rilanciare crescita e occupazione: jobs act, accelerazione dei pagamenti degli arretrati della Pubblica amministrazione, piano casa e piano di edilizia scolastica per iniziare. Ma sul tavolo potrebbe esserci anche almeno un primo confronto al taglio al cuneo fiscale. L’appuntamento e’ per mercoledi’ prossimo quando ci sara’ una seduta straordinaria del Cdm. Ma gia’ lunedi’ prossimo qualche dettaglio potrebbe emergere dall’Eurogruppo quando il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan incontrera’ a Bruxelles i partner europei. Ipotizzabile un chiarimento sulla politica economica e lo stato dei conti italiani dopo la ‘maretta’ Roma-Bruxelles degli ultimi giorni.
Si prospetta dunque un week end di lavoro per il presidente del consiglio e i ministri piu’ direttamente coinvolti. Tanto che Renzi twitta di essere gia’ ”al lavoro in Palazzo Chigi sul dossier che presenteremo il 12 marzo”. Insomma il pacchetto che arrivera’ mercoledi’ prossimo in Cdm e’ ancora in divenire e per ora le bocche sono cucite. Tutti si limitano a dire ”stiamo lavorando”. Il dossier piu’ delicato e’ proprio quello sul lavoro. Di jobs act hanno gia’ parlato nei giorni scorsi le parti sociali anche insieme al ministro per il lavoro, Giuliano Poletti. Ma la segretaria della Cgil, Susanna Camusso, attacca: ”il governo sottovaluta il rapporto con le parti sociali”. E sui contenuti aggiunge: ”si cancellino le forme di precarieta’ e un minuto dopo siamo disponibili a discutere di contratto unico”. La partita del jobs act e’ chiaramente intrecciata con quella sul taglio del costo del lavoro. Ma in questo secondo caso non si e’ ancora scelto come destinare i famosi 10 miliardi annunciati da Renzi (5 arriverebbero dalla spending review dice Padoan): o tutti al taglio dell’Irap o tutti a quello dell’Irpef, o se dividere l’intervento con il rischio pero’ di renderlo poco incisivo.
I sindacati vanno in ordine sparso, Confindustria punta al taglio dell’Irap. Ed e’ disposta a rivedere anche i trasferimenti alle imprese. La paura diffusa e’ che si ripiombi nell’antica contrapposizione sui diritti acquisiti, cioe’ l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Quello per il quale l’allora segretario della Cgil Sergio Cofferati riempi’ il Circo Massimo a Roma con una manifestazione ‘oceanica’. Tra i dettagli che emergono l’ipotesi di destinare piu’ risorse all’Aspi (dalla cassa in deroga), oppure – come diceva Poletti – ”superare la cassa integrazione in deroga” con uno strumento piu’ adatto ai tempi. E poi si sta studiando ”un meccanismo che consenta una buona entrata nel lavoro, non c’e’ un’unica via, ci sono tante porte e l’apprendistato e’ una”.
Il taglio del cuneo resta prioritario: la Commissione Ue spiega a Padoan che i fondi strutturali non possono essere usati per coprire riduzioni di imposta ma per investimenti concreti. Comunque oltre alla spending si guarda anche al rientro dei capitali ma con un’entrata che sarebbe solo una tantum. C’e’ poi l’accelerazione dei pagamenti della P.a.: per il 2014 sono gia’ disponibili 20 miliardi ma il governo punterebbe, utilizzando la ‘cassa’ della Cdp, a portare la cifra fino a 70 miliardi. Ma gia’ Fitch mette in guardia: ”il rating di Cdp darebbe a rischio”. Si discute anche del piano casa messo a punto dal ministro Maurizio Lupi che conterrebbe fondi per mutui e ristrutturazioni destinati a giovani coppie e un fondo per chi non paga l’affitto ‘incolpevolmente’ (tipo perche’ ha perso il lavoro). Proprietari (Confedilizia) e sindacati degli inquilini (Sunia, Sicet e Uniat) chiedono un tetto all’Imu sulle case affittate e la detraibilita’ dei canoni sul modello di quello che avviene per la prima casa. Infine il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, intanto annuncia l’apertura dei cantieri tra giugno e settembre con l’obiettivo di arrivare a 4 miliardi di investimenti per l’edilizia scolastica.
Discussione su questo articolo