Un ufficio a via Margutta, un autista, la pretesa della ristrutturazione di una casa a Capri, favori e tangenti per 200mila euro. Per questo l’ex consigliere della Corte dei Conti ed ex capo gabinetto del ministero delle politiche agricole Antonello Colosimo e’ stato arrestato oggi con l’accusa di concussione nell’ambito dell’inchiesta del filone sugli appalti del G8 e dei grandi eventi.
Ad accusarlo Francesco Maria De Vito Piscicelli, l’imprenditore che rideva la notte del terremoto in Abruzzo, gia’ coinvolto negli affari della cricca e che ora ha deciso di collaborare con i pm capitolini fornendo elementi sul meccanismo di malaffare sorto presso il provveditorato ai lavori pubblici. E questo e’ il primo arresto da quando Piscicelli ha deciso di parlare. E potrebbe non essere l’ultimo.
‘Colosimo mi pressava’, ha raccontato Piscicelli descrivendo un uomo sempre alla ricerca di favori e ‘riconoscimenti’ sfruttando il suo ruolo e la sua capacita’ di influenza. Per questa attivita’ illecita oggi Colosimo e’ finito ai domiciliari. Alla base degli episodi contestati nell’ordinanza di custodia che dispone gli arresti domiciliari ci sono le dichiarazioni di Piscicelli, che nel provvedimento e’ riconosciuto come parte lesa. Di fatto, secondo l’accusa, a Colosimo, Piscicelli avrebbe garantito, tra l’altro, un ufficio in uso in via Margutta, nel centro storico di Roma, un’auto con autista per oltre un anno e perfino l’acquisto di un abito per 900 euro. Secondo quanto accertato dai carabinieri del Ros di Firenze il computo dei ‘favori’ fatti al magistrato comprende anche una tangente da 35mila che lo stesso manager di origine napoletano ha detto di aver pagato per aggiudicarsi un appalto per la costruzione dell’impianto di Valco San Paolo, che faceva parte delle piscine destinate ai Mondiali di nuoto del 2009 e che al momento e’ in stato di quasi abbandono. In merito a questo appalto nell’ordinanza d’arresto il gip scrive che Colosimo ‘dapprima chiedeva a Piscicelli una percentuale sull’importo dei lavori quindi gli richiedeva inutilmente la ristrutturazione di una casa a Capri infine, dopo che Piscicelli aveva respinto le suddette richieste, costringeva o quantomeno induceva lo stesso a corrispondergli indebitamente, nel mese di maggio del 2009, la somma di 35mila euro, che il reo – scrive il giudice- riscuoteva pur reputandola inadeguata’. In una intercettazione Colosimo afferma: ‘che ci faccio con 35 mila euro, allora tu non hai capito, io a Capri spendero’ mezzo milione’. Di sicuro Colosimo incassa l’ufficio a Via Margutta, ‘ne ho bisogno per fare gli arbitrati’, racconta a Piscicelli, e l’assunzione di un autista di fiducia, ‘mi devi salvare, io senza autista muoio’, aveva confidato sempre all’imprenditore.
L’arresto di Colosimo e’ il primo dopo la decisione di Piscicelli di collaborare con gli inquirenti facendo nomi e cognomi di chi ‘per anni ha chiesto soldi in cambio di favori’. Nel corso dei numerosi colloqui avuti a piazzale Clodio con i pm, Piscicelli ha raccontato del sistema tangentizio che andava ‘oliato’ costantemente per ottenere le commesse. ‘Ho descritto il sistema illecito – ha dichiarato l’imprenditore in passato – Ho fatto anche i nomi di politici di centro destra e di centro sinistra che hanno ricevuto soldi. Io ho sborsato un milione di euro in mazzette’. E l’arresto di oggi pare sai solo l’inizio.
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