"La generosità mostrata da tutti gli alleati, il progetto sul territorio, l’arroganza del Pd che ha presentato una candidata, la Paita, simbolo del fallimento sull’alluvione, colpevole di nepotismo, invisa a tanti anche a sinistra, mi fanno sperare in un risultato importante". Lo afferma Giovanni Toti, candidato per il centrodestra alla guida della Liguria, in una intervista al Corriere della Sera. E sostiene che Berlusconi "ci sarà, con il messaggio politico di andare a riprenderci il diritto di votare e di scegliere, diritto che gli ultimi governi non eletti ci hanno tolto".
Sul fatto che Berlusconi non abbia voluto inserire il suo nome nel simbolo di Forza Italia precisa: "Ma FI è già sinonimo di Berlusconi. Abbiamo ragionato su varie ipotesi, poi scelto il simbolo ‘pulito’ sia per non creare fraintendimenti su una sua eventuale candidatura, sia perché, purtroppo, sul territorio abbiamo alleanze a diversa geometria…". E spiega perché non si è riusciti a dare un senso di unità: "Per ragioni locali, nazionali, ma anche per arroganza intellettuale, perché non c’era un Toti in tutte le Regioni, uno che potesse unificare e rappresentare tutti" e Fitto "in Puglia ha giocato al tanto peggio, tanto meglio. Se come me ci avesse messo la faccia candidandosi, tutto il centrodestra lo avrebbe sostenuto per vincere".
"Premesso che alla gente di questi discorsi non importa nulla, non credo che FI cambierà nome e tantomeno identità. E’ chiaro che si proseguirà con un’opera di rinnovamento che sta subendo resistenze dettate più dalla paura che dai propositi del Presidente, che mai ha pensato a privarsi di esperienze importanti del centrodestra".
"Il Partito repubblicano, comunque si chiami, significa che si pensa ad un contenitore snello, moderno, senza vecchie strutture, a ispirazione moderata. Andrà costruito nei prossimi mesi o anni, oggi è impensabile immaginare che tutti i partiti di centrodestra vi convergano, ma è quello il nostro obiettivo in vista delle prossime elezioni".
Alla domanda se potrebbe guidarlo Marina Berlusconi risponde: "Ho condiviso le sue ultime affermazioni su Renzi, ma da quello che so Marina ama il suo lavoro e vorrebbe continuare a farlo. Lei come anche altri nella famiglia avrebbe tutte le qualità per entrare in politica, ma non dobbiamo sottoporli a questo tira e molla, sarà una loro scelta".
Per quanto riguarda Verdini, Toti sottolinea: "Denis è un politico importante, ha creduto davvero nel Nazareno e crede ancora che il centrodestra sia troppo debole oggi per competere e debba rimanere legato al progetto di Renzi. Io penso il contrario, ma in ogni caso – oggi che si torna ad un’idea bipolare della dialettica politica – Verdini che ha incarnato un’altra posizione non può essere il vessillifero di questa nuova fase".
"Le Camere non le scioglie il governo, ma il capo dello Stato, e Mattarella è persona seria che non si piegherà ai ricatti di Renzi. Noi abbiamo proposto sulla legge elettorale poche e funzionali modifiche, non vogliamo un campo di battaglia. Mi auguro che questi giorni portino consiglio, e non la scandalosa decisione della fiducia".
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