"Il problema esiste, negarlo sarebbe da stupidi. Però il fatto che ci sia un problema non vuol dire che sia legato a qualcosa di nuovo. Potrebbe avere radici antiche. Sarebbe opportuno che i meccanismi interni al partito venissero modificati per consentire una maggiore partecipazione degli elettori nelle scelte". Così Antonio Martino, tra i fondatori di Forza Italia, commenta la fuoriuscita di Sandro Bondi e Manuela Repetti e i dissidi interni al partito.
"Forza Italia – sottolinea – è sempre stata il partito del leader. Le decisioni le prendeva Berlusconi e a tutto pensava lui. Il problema è che quando un partito diventa grande e una sola persona non riesce a occuparsi di tutto, è costretta a delegare. E se le persone a cui delega non sono all’altezza il partito ne soffre", "io sono stato sempre uno che quando la pensava in modo diverso da Berlusconi glie l’ha detto. Qualche volta abbiamo anche discusso animatamente, per non dire litigato. E lui ha sempre apprezzato la mia franchezza. Ormai, però, non lo sento da un paio di mesi. Cosa sia accaduto in questo periodo per causare gli addii di Bondi e Repetti non lo so".
Della sua posizione dice: "E’ Forza Italia ad aver lasciato me. Ma non me ne andrò. In questo sono maledettamente prevedibile". E critica la proposta avanzata ora sul rinnovamento in Forza Italia di non ricandidare chi ha già fatto tre legislature: "Innanzitutto un criterio arbitrario, perché ci sono persone che hanno fatto molte legislature e sono valide e altre che, in una sola, hanno già dimostrato di essere incapaci. In secondo luogo il cambio non si fa introducendo una regola subito dopo una miriade di eccezioni a quella regola. Se ci si inventa un criterio per poi non rispettarlo, a non essere rispettabile è chi quel criterio lo ha inventato".
Conclude: "Raffaele Fitto a volte dice del cose sensate, ma non si rende conto che Berlusconi considera in modo proprietario Forza Italia. E non è una novità per chi l’ha conosciuto negli ultimi 21 anni".
Discussione su questo articolo