Mario G, settant’anni, medico in pensione, è l’adult baby più anziano d’Italia. Cosa vuol dire? Lo spiega a Radio Cusano Campus la sessuologa Rosa Maria Spina, che segue il signor Mario: “Questo è un fenomeno arrivato da poco in Italia e in continua crescita. Sicuramente ne sentiremo parlare ancora a lungo. Gli adult baby nelle nursery hanno gratificazione nell’essere accuditi, le maestre invece provano piacere nell’accudire. Gli adult baby non si approcciano alla sessualità come persone adulte a tutti gli effetti. Quando manifestano questi comportamenti regressivi e si immedesimano nel ruolo del bambino o della bambina tornano ad una sessualità infantile, priva di erotizzazione o di malizia”.
Parlando a Radio Cusano Campus della propria esperienza, Mario ha detto: “Ci tengo a precisare subito una cosa. Io sono un adult baby puro al cento per cento. Ci sono tanti adult baby che in realtà sono solo dei feticisti del pannolone. Il mio nome vero è Mario però per gli amici sono o il piccolo Mario o Marietto. Mi sono accorto di essere adult baby intorno agli undici anni. Diverso tempo fa mi sono rivolto a una psicologa per cercare di capire questo mio desiderio di tornare bambino ed utilizzare oggetti della prima infanzia, come biberon, ciuccio, giocattoli e vestitini. Online ne compro tantissimi”.
Su quello che accade nelle nursery: “E’ un momento molto significativo per tutti noi, perché ci si sente ritornare proprio bambini. Veniamo coccolati dalle maestre, si disegnano alberi, si colorano album, le maestre ci raccontano delle storie, poi si fa la merenda con omogeneizzati, latte e biberon, biscottini e altri cibi da baby. I bisogni li facciamo nel pannolone, che generalmente indossiamo, anche se non è un obbligo. La mia età percepita è due anni: nel momento in cui sono il piccolo Mario ho due anni e mi comporto come un bambino di ventiquattro mesi”.
La moglie di Mario sa: “La cosa è saltata fuori dopo anni di matrimonio perché non riuscivo più a nascondere questa situazione interiore. Non volevo più fare le cose di nascosto. Noi non abbiamo figli, la sera a cena mentre parlavamo del più e del meno le ho confessato di essere un adult baby. Lei all’inizio l’ha presa male, è rimasta perplessa, poi piano piano ha capito. Anche se non vuole giocare con me. Lei accetta ciò che sono, ma manca una condivisione totale di questa cosa”.
L’aspetto sessuale degli adult baby: “Se c’è una questione di natura sessuale in questo gioco di ruolo? No, la natura sessuale adulta non c’è, assolutamente. Interiormente si può vivere un aspetto di sessualità infantile. Una volta era il momento della merenda. Io vado matto per il latte col biberon e i biscottini dentro che si sciolgono. Io avevo portato il mio biberon come gli altri adult baby. Una delle maestre, poi, mi ha chiamato e mi ha fatto distendere sulle sue gambe. Mi ha dato il biberon, non me lo sono preso io, me lo ha dato lei. Per me è stata una situazione di puro godimento infantile. Ero coccolato dalla maestra, al settimo cielo. Era una cosa che non avevo mai provato e che nelle mie fantasie era stata sempre presente. Sognavo da tempo di essere allattato col biberon. L’asilo costa settanta euro per un pomeriggio, perchè itinerante, quindi se la maestre si devono spostare hanno diverse spese. E’ un prezzo più che accettabile”.
La causa che lo ha fatto diventare adult baby: “Risale alla mia primissima infanzia. Io sono il maggiore di tre fratelli, mia sorella ha solo quindici mesi meno di me. Quando mia mamma ha cominciato la gravidanza di mia sorella io avevo sei mesi. Ho recepito minori attenzioni nei miei confronti. Ad un certo punto, verso gli undici anni, venendo in contatto con gli oggetti dei bambini piccolissimi mi rendevo conto di esserne particolarmente attratto”.
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