Riparte con ‘schermaglie’ procedurali il ddl diffamazione, nell’aula del Senato. L’Idv e il Pd insistono: il provvedimento deve tornare di nuovo in commissione. Lo dicono sia Gerardo D’Ambrosio sia Luigi Li Gotti. "Rischiamo di far venire fuori un provvedimento che sara’ una specie di mostro giuridico – ribadisce D’Ambrosio – rinnovo l’invito perche’ si torni in commissione e si esamini tutto il ddl". Li Gotti si richiama invece alla decisione con la quale la settimana scorsa il presidente di turno, Domenico Nania, aveva rinviato in commissione il provvedimento e non solo l’articolo 1. Bisogna "ridare alla commissione il compito di assolvere all’onere" assegnatole "con un provvedimento deciso dal presidente d’Aula", ha detto.
Alla richiesta si oppongono il Pdl, con l’ex sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo e la Lega. "Atteggiamenti dilatori non fanno bene a quest’aula e al Parlamento", dice Caliendo. Quest’aula ha gia’ "votato il rigetto del rinvio in commissione" del testo. "Non stiamo dando un bello spettacolo – osserva Roberto Mura per la Lega – Non stiamo facendo una bella figura con questa richiesta di ritorno in commissione, dovevamo rimanervi senza avere fretta. Stiamo assistendo all’impossibilita’ di fornire al Paese una normativa sulla diffamazione che serve soprattutto per garantire le vittime della diffamazione. A nome del mio gruppo dico che siamo per continuare, per decretarne la fine o il proseguimento".
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