Giuseppe Visca, già senatore della Repubblica Italiana, residente nell’isola di Santo Domingo, ha scritto una lettera a Pierferdinando Casini, presidente della Commissione Affari Esteri del Senato, per chiedergli di intervenire a favore della comunità italiana della Repubblica Dominicana, che dopo la chiusura dell’ambasciata d’Italia è stata di fatto abbandonata a se stessa.
Una iniziativa, quella di Visca, pensata e portata avanti in collaborazione con Paolo Dussich, segretario nazionale del Comitato Tricolore per gli italiani nel mondo e candidato al Comites di Panama con la lista CTIM.
Visca ha inviato la lettera integrale alla redazione di ItaliaChiamaItalia, che l’ha visionata con attenzione. Tra le altre cose, nella missiva si legge: “Caro Pierferdinando, devi scusami, ma come italiano che vive all’estero, per la tua specifica competenza, sento il dovere di presentarti questa mia personale petizione in merito alla chiusura dell’Ambasciata d’Italia a Santo Domingo da parte del Governo Italiano. Provvedimento che ritengo alquanto insolito, perché non sono mai state comunicate le ragioni ed i motivi di questa decisione, lasciando una comunità di oltre 50.000 italiani allo sbando, per dirottarli sotto le competenze dell’Ambasciata d’Italia in Panama, creando reali disagi e sicuri disservizi specialmente ai circa 2.000 pensionati residenti ed iscritti all’AIRE che dovrebbero, per ottenere il rinnovo del passaporto, atti di natura civilistica, morte, matrimoni, nascita di figli ed atre numerose pratiche, prendere un aereo e soggiornare a Panama per ottenere i documenti, sobbarcandosi un onere di spesa per loro insostenibile”.
Dopo avere spiegato le ragioni economiche, politiche e sociali per cui considera una follia avere chiuso l’ambasciata tricolore nella RD, Vista commenta: “Non si può fingere di essere sordi e non ascoltare le grida di dispiacere di chi praticamente non può rinnovare la patente, il passaporto e via dicendo. La maggioranza di queste persone hanno lavorato una vita e pagato imposte, tasse e contributi. Ora percepiscono una misera pensione con la quale avrebbero difficoltà a condurre una vita dignitosa in Italia. Cosicché sono emigrati in Paesi dove la vita è meno cara, ma ove ci sono meno servizi. Privarli anche dei servizi essenziali è oltremodo ingiusto”. Non solo: “Si consideri infine che la maggioranza di questi nostri concittadini percepiscono una pensione che viene tassata alla fonte, ovvero stanno pagando le imposte italiane e non usufruiscono né dell’assistenza sanitaria né di altri servizi che in Italia vengono erogati gratuitamente anche agli extra comunitari. Privarli anche dell’assistenza di pochi Uffici è una cosa assurda per un Paese che si vanta di essere uno Stato di diritto”.
“Ritengo – aggiunge il senatore nella sua lettera inviata a Casini – di averti fornito in maniera abbastanza esaustiva una serie di importanti elementi che giustificano la legittima richiesta di riapertura dell’Ambasciata e di riconsiderare il provvedimento di chiusura nullo, ripristinando tout court la situazione originaria o eventualmente considerare le reali esigenze della colonia italiana nella Repubblica Dominicana, aprendo solamente un Ufficio Consolare per erogare i servizi richiesti”.
“Caro Presidente – conclude Visca -, conoscendo la tua sincera sensibilità sui problemi sociali ed umani a cui sempre si sono ispirati i Tuoi ideali, confido su una Tua autorevole presa di posizione sull’argomento. Tutti gli italiani della Repubblica Dominicana te ne saranno eternamente grati”.
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