Via libera alla cannabis per uso terapeutico. Il Governo infatti ha deciso di non impugnare la legge promulgata nello scorso gennaio dalla Regione Abruzzo nella quale e’ prevista l’erogazione su ricetta medica, che apre anche alla prescrizione dei medici di famiglia, dei farmaci galenici a base di cannabinoidi. Altre leggi regionali erano state invece impugnate dal Governo Monti.
"Questa e’ una vittoria del buon senso perche’ gia’ il ministero aveva autorizzato l’uso terapeutico e l’Abruzzo diventa capofila perche’ lo ha disciplinato", ha detto il consigliere regionale Maurizio Acerbo (Prc), promotore e primo firmatario della legge. "Perfino Giovanardi – ha proseguito – e’ favorevole all’uso medico dei cannabinoidi, ma queste buone intenzioni fino ad oggi non erano operative".
Secco no, quindi, a "pregiudizi oscurantisti" dal segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, sottolineando che "con le leggi regionali stiamo cercando di colmare il vuoto normativo".
I farmaci a base di cannabinoidi, ha detto "si devono poter produrre in Italia e a basso costo per il Servizio Sanitario che ha il dovere di erogarli a chi ne ha bisogno su tutto il territorio nazionale". In particolare, secondo la legge promulgata in Abruzzo, in base al piano terapeutico redatto da un medico specialista, i cannabinoidi potranno essere prescritti anche dai medici di base. "Affidare anche ai medici di base la prescrizione dei cannabinoidi per le cure terapeutiche, e’ una scelta strategica della nostra legge", ha detto Acerbo spiegando che un altro degli aspetti qualificanti "e’ la possibilita’ di trattamento anche domiciliare".
La ‘legge Acerbo’ prevede inoltre che la Giunta regionale possa stabilire convenzioni con centri attrezzati per la produzione e la preparazione dei farmaci. L’iter di approvazione regionale e’ partito l’11 settembre 2013 mentre la promulgazione e’ del 4 gennaio scorso. A presentare il progetto di legge ‘Modalita’ di erogazione dei farmaci e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalita’ terapeutiche’, era stato, oltre che il consigliere di Rifondazione Comunista, il consigliere Antonio Saia (Pdci) e lo avevano sottoscritto anche i consiglieri dell’ allora Pdl, Riccardo Chiavaroli e Walter Di Bastiano.
"Ad altre regioni – ha sottolineato Chiavaroli – norme simili sono state bocciate perche’ fatte male, ma in questo caso era fatta bene. Abbiamo ascoltato numerosi scienziati di rilievo ed e’ venuta fuori una norma all’avanguardia".
Sono nove gli articoli della legge. Il testo del provvedimento disciplina sia gli ambiti di applicazione che le modalita’ di somministrazione. Stabilisce inoltre regole per la verifica, attraverso periodici monitoraggi, dell’applicazione delle disposizioni in particolare per il consumo sul territorio regionale dei medicinali cannabinoidi distinguendo i medicinali importati dai preparati galenici magistrali e prevedendo la periodica trasmissione dei relativi dati alla competente Direzione Politiche della Salute. Inoltre la Giunta regionale trasmette alla competente commissione consiliare, entro un anno dall’entrata in vigore della legge, e poi con cadenza annuale, una dettagliata relazione sull’attuazione per quanto riguarda il numero di pazienti trattati con medicinali cannabinoidi in ciascuna azienda sanitaria della regione, distinti per patologia e per tipologia di assistenza; eventuali criticita’ e disomogeneita’ di applicazione della legge sul territorio regionale e difficolta’ inerenti l’acquisto e l’erogazione dei medicinali cannabinoidi.
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