Il golf e Cuba. Un lungo rapporto di amore e odio nell’isola, soprattutto dopo la ‘revolucion’. Ma le cose cambiano, come dimostra la notizia della vittoria in un torneo di questo sport ‘borghese’ per eccellenza, nella paradisiaca Varadero, di Antonio Castro, 44 anni, uno dei cinque figli di Fidel. ‘Trionfo’ che il regime si e’ guardato bene dal pubblicizzare troppo, ma di fronte al quale l’opposizione ha sfoderato l’arma del sarcasmo: sottolineando il contesto dorato, assai poco socialista e largamente fuori dalla portata del cubano medio, in cui questo tutto e’ avvenuto. A rendere nota ‘l’impresa’ sportiva del rampollo del ‘lider maximo’ e’ stato il sito del torneo, la ‘Coppa Montecristo’. Ma la notizia subito con evidenza media del dissenso.
Il ‘Montecristo’ si e’ svolto presso l’esclusivo ‘Club golf Varadero’, sottolineano i dissidenti: rivelando i costi elevati costi sia dell’iscrizione (circa 150 dollari) sia delle tariffe delle suite dell’hotel Melia’ ‘Las Americas’ – resort dorato di questa localita’ turistica le cui spiagge attirano torme di turisti occidentale – che hanno ospitato i partecipanti. Anche la blogger anti-regime Yoani Sanchez, in un suo tweet, ha punzecchiato ‘il figlio di Fidel Castro’, per la sua passione per il golf, sport che per gli standard d’un Paese in cui molti faticano a tirare avanti, ‘richiede ingenti risorse’ a chi lo pratica.
Antonio Castro, che oltre a golfista e’ anche vicepresidente della Federazione internazionale di baseball, e’ nato nel 1969 ed e’ un amante dello sport, come suo padre, ha alle spalle una laurea in medicina. A Varadero, si e’ imposto in una delle categorie del torneo organizzato da un consorzio di imprese, tra le quali le aziende Habanos ed Esencia group (inglese), nonche’ la societa’ alberghiera Cubanacan. Ormai da anni, Antonio promuove il rilancio dello sport di Tiger Woods nell’isola. E Varadero e’ un po’ il cuore di questo progetto. Dopo aver accolto nel 2011 circa 2,7 milioni di turisti stranieri, L’Avana punta del resto ad aumentare in modo sensibile i visitatori: e, tra le varie attrazioni, ci sono nuovi ‘green’, oltre ad approdi per grandi navi da crociera e iniziative di promozione della ‘cucina nazionale’, sempre piu’ affidata ai privati.
Per molto tempo, dalla ‘revolucion’ del 1959 in poi, il golf non ha avuto alcuno sviluppo a Cuba, considerato com’era come un ‘privilegio’ delle classi sociali piu’ abbienti: in altre parole come uno svago da ricconi, soprattutto ‘yankee’. Negli ultimi anni questo approccio sta pero’ mutando, visto che il golf rappresenta una componente chiave per alimentare il turismo, risorsa ormai vitale per l’isola. Senza contare che i campi di golf sono parte dei lucrosi progetti immobiliari, molti dei quali da super-vip, che stanno spuntando qua e la sulle coste. Appaiono dunque lontani i tempi in cui Fidel e ‘Che’ Guevara presero le mazze da golf solo per sfidarsi, sotto l’occhio dei fotografi, in una partita-burla ‘organizzata per prendere in giro’ il vecchio presidente Eisenhower: secondo il racconto consegnato alla storia dallo stesso ‘lider maximo’.
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