Un’Italia ancora nel pieno della recessione, tra difficolta’ ad arrivare a fine mese e a trovare un posto di lavoro, soprattutto tra i giovani e le donne. Con il rischio poverta’ o esclusione sociale che aumenta – arrivando a sfiorare il 30% nel 2011 – piu’ che negli altri Paesi europei. Con i trentenni sempre piu’ inchiodati nella ricerca di un’occupazione, in un’ascensore sociale che poco si muove. Oltre un milione di disoccupati ha meno di 35 anni. E tra gli under-30 il tasso di disoccupazione dei laureati ‘batte’ quello dei diplomati; il recupero scatta dopo. Mentre i consumi restano al palo, ma i depositi bancari salgono. E quasi la meta’ dei pensionati che percepisce meno di mille euro al mese. E’ il quadro che emerge dall’annuario dell’Istat e dal rapporto sulla coesione sociale di Istat, Inps e ministero del Lavoro sul 2011.
RISCHIO POVERTA’ PER UN ITALIANO SU 3 IN 2011: Aumentano gli italiani a rischio poverta’ o esclusione sociale: il relativo indicatore sintetico ‘Europa 2020′ e’ cresciuto dal 26,3% del 2010 al 29,9% del 2011. La variazione negativa di 3,3 punti percentuali e’ la piu’ elevata registrata nei Paesi Ue. Nel 2011, viene ricordato, in Italia le famiglie in condizione di poverta’ relativa sono 2 milioni 782 mila (l’11,1% delle famiglie residenti) corrispondenti a 8 milioni 173 mila individui poveri, il 13,6% dell’intera popolazione.
6,7 MLN PENSIONATI, 47,5% SOTTO 1.000 EURO: Circa 7,9 milioni di pensionati in Italia hanno un reddito da pensione inferiore a 1.000 euro al mese. Si tratta del 47,5% dei pensionati; in totale 16,69 milioni a fine 2011. Il 37,7% percepisce un reddito fra mille e duemila euro, mentre il 14,5% dei pensionati ha un reddito superiore a duemila euro.
OLTRE UN MILIONE DISOCCUPATI UNDER 35: Nel 2011, l’Annuario dell’Istat conta 1 milione e 128 mila persone in cerca di lavoro tra i 15 e i 34 anni.
TRA SENZA LAVORO UNDER 30, LAUREATI PEGGIO DI DIPLOMATI: Tra i giovani tra i 25 e i 29 anni il tasso di disoccupazione dei laureati e’ al 16%, piu’ elevato rispetto a quello dei diplomati nella stessa fascia d’eta’ (12,6%) sia alla media dei 25-29enni (14,4%). Cio’ dipende dal ritardato ingresso nel mercato del lavoro di chi prolunga gli studi, ma anche dalle crescenti difficolta’ occupazionali dei giovani. Tuttavia con l’avanzare dell’eta’ chi possiede una laurea recupera il terreno perso.
UN DISOCCUPATO SU DUE CERCA POSTO DA OLTRE UN ANNO. Nel 2011 si registra un allungamento della durata della disoccupazione, con uno su due in cerca di lavoro da almeno un anno. La quota e’ infatti arrivata al 51,3% (48% nel 2010).
1,8 MLN NON PIU’ A ‘CACCIA’ LAVORO. C’e’ anche una ‘zona grigia’, fatta da scoraggiamento e attesa di esiti di passate ricerche: principali ragioni della mancata ‘caccia’ di un’occupazione, segnalate da circa 1 milione e 800 mila persone.
AL SUD 6 DONNE SU 10 RESTANO A CASA. Il tasso di inattivita’ per le donne e’ ancora elevato, nonostante il calo registrato nel 2011 (48,5% rispetto a 48,9% di un anno prima), specie nel Mezzogiorno, dove poco piu’ di sei donne ogni 10 in eta’ lavorativa non partecipano al mercato del lavoro.
MOBILITA’ SOCIALE DIFFICILE. L’Italia e’ un Paese a scarsa mobilita’ sociale: i dati Ocse del 2010 confermano che la probabilita’ di laurearsi, per una persona il cui padre non abbia completato gli studi superiori, e’ tra le piu’ basse d’Europa: circa il 10%, rispetto al 40% per l’Inghilterra e al 35% per la Francia.
OLTRE 2 MLN NEET. I giovani Neet, cioe’ che ne’ studiano, ne’ lavorano ne’ si formano, sono circa 2,155 milioni di cui 969 mila maschi e 1,185 femmine. Il 44,4% ha un’eta’ compresa tra i 24 e i 29 anni. Di piu’ nel mezzogiorno: 1,225 milioni.
CONSUMI AL PALO, SPESA FAMIGLIE FRENA. L’annuario conferma che i consumi sono fermi, con gli esborsi delle famiglie in frenata. ‘Si evidenzia una stazionarieta’ in termini di volume dei consumi nazionali’. In particolare, ‘la spesa delle famiglie residenti, effettuata sia in Italia sia all’estero, e’ aumentata dello 0,2% in diminuzione rispetto all’1,2% del 2010".
IMPENNATA DEPOSITI BANCARI (+24,7%). Alla fine del 2011, l’ammontare dei depositi bancari ha superato i 1.142 miliardi di euro, registrando un’impennata pari al 24,7% sul 2010. Il 72,4% del totale appartiene a famiglie e istituzioni sociali private, il 14,9% a societa’ non finanziarie, il 3,7% ad amministrazioni pubbliche e il 9,0% a societa’ finanziarie.
PEGGIORATO QUADRO ECONOMICO PER OLTRE 50% FAMIGLIE. Nel 2012 la situazione economica delle famiglie e’ sensibilmente peggiorata rispetto al 2011. Il dato negativo coinvolge tutti gli ambiti territoriali: il Nord passa dal 41,2% al 53,6, il Centro dal 43,4% al 56,2 e il Mezzogiorno dal 47,6% al 58,8.
RETRIBUZIONI DONNE 28% INFERIORI UOMINI. Permane un divario consistente di ‘genere’ nelle retribuzioni: se per gli uomini la retribuzione media e’ di 96,90 euro al giorno, le donne possono far conto su una media di appena 69,50 euro (il 28% in meno).
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