La crisi del debito sovrano continua ad aleggiare sull’Europa, e il governo francese corre ai ripari, con una manovra correttiva all’insegna dell’austerita’. Un testo, presentato oggi in consiglio dei ministri, che si basa essenzialmente su due pilastri: aumento delle imposte e ulteriore riduzione della spesa pubblica. ‘C’e’ davvero un conto non pagato che dobbiamo onorare per rispettare l’obiettivo di riportare il deficit al 4,5% del Pil’ a fine 2012, ha affermato il ministro del Bilancio Jerome Cahuzac in apertura della presentazione delle nuove misure, tornando indirettamente sulla polemica dei giorni scorsi tra il nuovo governo e quello precedente sull’eredita’ lasciata a livello di conti pubblici e le responsabilita’ che l’hanno provocata. Il ministro ha ribadito l’intenzione della Francia di mantenere i propri obiettivi, compreso quello dell’equilibrio di bilancio nel 2017, ammettendo pero’ che questo richiedera’ sforzi supplementari per lo Stato e per i cittadini.
In primo luogo, ha spiegato Cahuzac, ci sara’ un aumento del prelievo fiscale, ‘concentrato su 2012 e 2013′, che andra’ a pesare, nei piani del governo, soprattutto sui redditi piu’ elevati, con misure come l’incremento delle imposte sulle grosse eredita’ e sulle donazioni, e una sovrattassa ‘eccezionale’ per i contribuenti che gia’ pagano la patrimoniale, ovvero quelli con un reddito superiore ai 500 mila euro l’anno. Lo sforzo fiscale ‘sollecitera’ in primo luogo le famiglie piu’ agiate e le grandi imprese’, ha sottolineato il ministro dell’Economia Pierre Moscovici, riecheggiando le parole di ieri del Premier Jean-Marc Ayrault, nel lungo discorso programmatico prima del voto di fiducia all’Assemblea nazionale.
Secondo i calcoli dell’esecutivo, questi aumenti delle tasse dovrebbero portare nelle casse dello Stato francese 7,2 miliardi in piu’ nel 2012, e 6,1 nel 2013, permettendo cosi’ di mantenere il livello di tassazione ‘quasi stabile’ tra il 2014 e il 2017. Il tutto, precisa il testo della manovra, assumendo una previsione di crescita ancora bassa per quest’anno e il prossimo (+0,3% e +1,2% rispettivamente), ma capace di ritornare al 2% annuo per i tre anni successivi.
Altro elemento cardine del provvedimento, l’ulteriore stretta alla spesa, con un congelamento di altri 1,5 miliardi di euro, un ‘esercizio molto difficile’, che sara’ realizzato dai dicasteri, sempre nelle parole di Cahuzac, in modo ‘molto volontaristico’. Le misure specifiche saranno elaborate in seguito, ma l’idea e’ di seguire lo spirito di moderazione gia’ mostrato con altre decisioni, come quella, gia’ adottata, di ridurre la retribuzione netta di presidente della Repubblica e Primo ministro del 30%.
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