La crescita degli Stati Uniti rallenta, ma la locomotiva americana frena meno del previsto, con un pil che nel secondo trimestre segna un progresso dell’1,5% contro il +2% (dato rivisto) del primo. Un risultato appesantito da consumi in contrazione, ma che e’ comunque superiore alle stime degli analisti e cosi’ le Borse, anche oggi, possono brindare. Non altrettanto, pero’, sembrano fare gli americani, preda, secondo la Casa Bianca di un ‘grande senso di ansia’ sul fronte dell’economia.
Il Dipartimento del commercio Usa, nella prima lettura, ha quindi leggermente superato le attese del mercato, che avevano puntato su una crescita tra l’1,2 e l’1,4%, ma ha comunque evidenziato un rallentamento che e’ il piu’ forte dal terzo trimestre dello scorso anno. Non solo: l’espansione che e’ seguita alla recessione 2007-2009 e’ la piu’ contenuta dal periodo 1908-1981, nonostante la crisi sia stata la peggiore dal dopoguerra.
Tornando al dato trimestrale, a pesare sono stati in particolare i consumi delle famiglie, che pesano per il 70% nella prima economia del mondo, cresciuti dell’1,5% contro il +2,4% del periodo gennaio-marzo: basti pensare che a giugno le vendite al dettaglio hanno subito la terza flessione mensile consecutiva, mettendo a segno la piu’ lunga serie di ribassi dal 2008. Neanche l’indice Michigan, da questo punto di vista, ha offerto oggi una sponda positiva: il dato, che descrive la fiducia dei consumatori negli Usa, nonostante sia stato migliore delle attese a luglio e’ sceso ai minimi dell’anno, segnando un calo a 72,3 da 73,2 di giugno. Meglio sono andate le cose per le esportazioni, cresciute del 5,3% contro il 4,4% del trimestre precedente. Le spese della pubblica amministrazione, invece, hanno subito una contrazione dell’1,4%, l’ottava consecutiva.
Gli analisti, cosi’, mugugnano per una ripresa ‘senza slancio’ o, nella migliore delle ipotesi, per l’incertezza che ancora regna sovrana e non si aspettano gesti di rilievo da parte della Fed, che mercoledi’ fissera’ le linee di politica monetaria. In piena campagna elettorale, comunque, il dato e’ stato letto in modo opposto dalle fazioni in campo: ‘Il Pil debole e’ una ulteriore cattiva notizia per le famiglie americane in difficolta”, ha osservato il repubblicano Reince Priebus. ‘L’economia continua ad avanzare nella giusta direzione’, ha invece sottolineato Alan Krueger, consigliere economico del presidente Barack Obama. Anche se e’ stata la stessa Casa Bianca ad ammettere il Paese vive ‘un grande senso di ansia’ per il ‘buco profondo causato dalla Grande Recessione’ dal quale si cerca disperatamente di uscire.
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