Francesco Schettino era il comandante della Costa Concordia, Roberto Bosio il vicecomandante suo ‘alter ego’ nella catena gerarchica, il K2 della nave: chi dette l’ordine di abbandono della nave la sera del naufragio al Giglio, il 13 gennaio 2012? Schettino o Bosio? Il processo di Grosseto ha avuto oggi un inaspettato ‘duello’ fra le due tesi. La mattina Bosio, interrogato come testimone dal pm Stefano Pizza, ha detto: "L’ordine di abbandonare la Costa Concordia l’ho dato io". "Nonostante l’inerzia del comandante?", incalzava il pm. "Si’, l’abbandono nave non lo dette il comandante, lo detti io schiacciando il tasto 10" che attiva altoparlanti e altri strumenti per lasciare la nave. Ma dopo l’udienza, nel pomeriggio, Schettino ha spiegato ai giornalisti, che gli contestavano il fatto che non avesse ordinato lui l’abbandono: "Il comandante delega, ci sono persone predisposte che devono compiere quello che io dico". E sulla critica ulteriore di non aver dato un chiaro ordine formale di abbandono, ma di aver detto ai suoi ufficiali di portare i passeggeri a terra ha spiegato: "Ho evitato il panico". Comunque sia in plancia, aveva ricordato Bosio nella sua testimonianza in aula, saliva la tensione. Perche’? Schettino, ha spiegato il testimone, stava al telefono con l’unita’ di crisi (cioe’ Roberto Ferrarini) o comunicava con la sala macchine e diceva sempre, alle sollecitazioni dei suoi ufficiali a dare l’allarme generale e poi l’abbandono: "Aspetta, aspetta".
Bongiovanni ebbe uno scatto d’ira e scaravento’ a terra un bloc notes dopo che gli ufficiali si scambiavano cenni di continuo e cercavano Bosio come punto di riferimento per uscire da una situazione sempre piu’ grave. "Spingevamo col comandante, pressavamo per dare l’emergenza generale, e successivamente l’abbandono", che e’ un ordine conseguente e obbligato, "ma non ci dava ordini", "finche’ – ha raccontato ancora Bosio – Martino Pellegrini ha spinto il pulsante dell’emergenza generale dopo un mio cenno. Non mi ricordo un ordine di Schettino. Cosi’, visto che non ci dava input, gli ufficiali si son girati verso di me per una decisione, in quei momenti ci guardavamo di continuo, finche’ abbiamo dato l’allarme noi" e dopo "ho dato l’abbandono nave io".
Bosio, che pure e’ rimasto indagato a lungo dalla procura di Grosseto, e’ uno che si prodigo’ in tutte le fasi del naufragio: corse sul ponte di comando subito dopo l’urto e la sbandata della nave, prese consapevolezza della situazione, ebbe un rapporto dialettico con Schettino per non fargli gettare le ancore con l’acqua a 100 metri sotto la chiglia ("ci saremmo capovolti in mezzo alla baia") e indurlo a dare l’allarme; in plancia sfioro’ l’ammutinamento con altri ufficiali, e per ‘sbracciare’ le scialuppe incastrate dall’inclinazione della nave col coltello tipo Rambo che portava con se’, perfino si feri’ tagliandosi agli arti. Infine al Giglio arrivo’ a nuoto, evitando per un pelo di essere travolto dalla Concordia che si piego’ sul fianco. Non solo, toccata terra, si rituffo’ dagli scogli per raggiungere una lancia di salvataggio alla deriva e recuperarla. Ma il pomeriggio la difesa di Schettino lo ha incalzato per farlo contraddire. Anche sull’ordine di allarme generale e poi su quello di abbandono: averlo dato o no, questo ordine, influisce penalmente, sostanziando il profilo di colpa correlato all’accusa di omicidio. Colpo di scena, poi, dopo l’udienza: i difensori dell’imputato hanno fatto ascoltare ai giornalisti un file audio della ‘scatola nera’, piu’ chiaro di quelli proposti in aula: "Diamo l’abbandono nave, dai", anzi "piu’ che abbandonare la nave dici ‘mettiamo i passeggeri a terra’", si sente la voce di Schettino. Come orario, sostengono gli avvocati Donato Laino e Domenico Pepe, siamo alcuni prima dell’abbandono nave materialmente ordinato da Bosio. "Dire ‘diamo l’abbandono nave’ equivale a un ordine – hanno affermato ancora gli avvocati di Schettino – Erano saltati tutti gli schemi" mentre "Bosio – sempre i difensori – non ha fatto altro che ripetere ed appiattirsi su tutte le disposizioni del comandante", quindi, e’ una delle conclusioni, "non si ammutino’".
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