"Contrariamente a quanto dice certa stampa noi continueremo ad usare i termini ‘compagne’ e ‘compagni’ che segnano il nostro senso di appartenenza". A dirlo è il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, aprendo il discorso conclusivo al XVII congresso della Cgil. La Camusso ha risposto a tutti i temi emersi nel corso della tre giorni di Rimini. Non si è sottratta alle critiche sulla linea politica né a quelle sulla gestione dell’organizzazione. Tirando le fila del dibattito concluso, la Camusso ha detto: "Dobbiamo dire ai lavoratori che non siamo alla vigilia della disoccupazione che sparisce. Dobbiamo costruire insieme le risposte, in modo solidale". "Dobbiamo ricostruire – ha detto – i legami di solidarietà che vengono spezzati ogni giorno. Ricostruire il legame tra chi lavora e chi non lo fa più perché ha perso il posto di lavoro".
Poi la Camusso sottolinea che il "dilemma che noi abbiamo di fronte è anche frutto di un nostro errore" e spiega: "Abbiamo pensato che la destrutturazione delle regole sul lavoro fosse una cosa transitoria, ma poi abbiamo scoperto che transitoria non è". "Vogliamo la riforma della Pubblica amministrazione, ma se vogliamo davvero riformarla, allora dobbiamo andare sotto la superficie" . Parla di sanità e di istruzione il segretario generale della Cgil e dice: "Devono rimanere pubbliche". "Occorre dare una risposta soprattutto al Mezzogiorno, dove in tanti territori non si sa cosa c’è sotto la superficie del terreno". Poi aggiunge: "La prima riforma della pubblica amministrazione è riprenderne il controllo di legalità, degli appalti, delle concessioni". La Camusso passa poi a parlare dei temi più vicini al ruolo della Confederazione e parla di lavoro e precarietà: "Il tema dei diritti è la grande questione del lavoro. Va risolta solo per legge? O serve una nostra differente contrattazione che porti poi alla legge?". Non dimentica la riforma delle pensioni, e parla del futuro: "Le ferite aperte con Cisl e Uil bruciano ancora, ma pensate che possiamo fare una battaglia da soli, senza subire nuovamente una bruciante sconfitta?". "Allora – ha aggiunto – dobbiamo affrontare il tema del confronto, la necessità di ricostruire obiettivi comuni, ricordando a noi stessi che quelle organizzazioni non sono solo i loro segretari generali". "Il salario minino – secondo la Camusso – è un tema da affrontare, ma con un’attenzione: se non cambia la legislazione europea, diventa un elemento di concorrenza tra i lavoratori". Se, invece, "poniamo un punto che valga per tutta l’Europa", allora possiamo fare sì che "questa diventi la proposta della confederazione europea dei sindacati, una norma europea sul salario minimo".
Poi la Camusso risponde a chi nella tre giorni riminese ha sollevato il tema dell’etica per l’Organizzazione e dice: "La Cgil il codice etico lo ha: è lo Statuto" e aggiunge: "Non possiamo essere un’organizzazione dove se i risultati sono quelli che ci aspettiamo è tutto bello e trasparente, altrimenti insorgono dei dubbi. C’è un punto politico indiscutibile: la confederalità non può esistere se non si riconoscono i luoghi collettivi e non si trova tra di noi un punto d’incontro. C’è bisogno di grande unità nella nostra organizzazione, dove a decidere non siano solo due o tre dirigenti per tutti gli altri. Quel modello non mi appartiene, perché per decidere ci vogliono luoghi collettivi e il luogo collettivo principale è il direttivo della Cgil".
"C’è grande voglia di cambiamento nella nostra organizzazione – aggiunge – e questo è un elemento straordinariamente positivo, però occorre decidere in che verso si vuole il cambiamento. Io credo che tra gli strumenti che abbiamo c’è il testo unico sulla rappresentanza". Infine la Camusso parla di rappresentanza e ruoli all’interno dell’Organizzazione e dice: "La confederalità è dibattito collettivo, non è questione di segretari generali: altro che primarie, sarei anzi per ridimensionare il ruolo del segretario generale". " L’idea che alcuni segretari decidano tutto non mi appartiene, bisogna individuare i luoghi della discussione collettiva e questo luogo è il direttivo della Cgil". "Si parla troppo di segretari generali, io sarei piuttosto per ridimensionare il ruolo del segretario generale a favore di una maggiore collegialità, altro che primarie. Abbiamo avuto nella nostra storia segretari aggiunti o vicesegretari proviamo a pensarci non per rappresentare aree che si fossilizzano, ma la diversità del mondo del lavoro. Per questo è urgente la Conferenza di organizzazione, che deve essere non un affare di organizzatori ma un straordinario momento di politica collettiva".
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