Una circostanza dimostra che – sebbene Mario Monti sia stato incoronato leader del futuro governo da un endorsement corale che va dall’Ue fino all’Economist – ‘hic et nunc’ la Lista Monti non e’ affatto scontata. In una coda notturna del vertice di ieri nello studio del ministro Andrea Riccardi con Pier Ferdinando Casini, Luca Cordero di Montezemolo ed Andrea Olivero, salutato il leader dell’Udc i montezemoliani hanno convenuto che fosse meglio attrezzarsi per una raccolta di pre-firme, singolare nelle sue modalita’.
Firmare liste in assenza di un nome e di un simbolo e anche del nome di un candidato non si puo’. In attesa delle decisioni di Monti (e anche per tenere un po’ la corda corta a Casini), l’escamotage studiato allora e’ quello di raccogliere elenchi di nominativi di persone che, al momento opportuno, siano disponibili ad andare effettivamente a mettere una firma per ‘Verso la Terza Repubblica’. Questo sarebbe utile, nel caso in cui fosse necessario procedere a sostegno di Monti con una formazione a ‘tre gambe’: Udc-Fli, ‘Verso la Terza Repubblica’, montiani del Pdl (formazione la cui entita’ sara’ meglio chiara dopo la convention di ‘Italia Popolare’, domenica).
Insomma, gli accordi sulla lista unica non sono affatto chiusi. E se Casini non si convince a fare meno il ‘choosy’, se continua a ripetere che al dunque potrebbe tenersi lo scudocrociato e insistere perche’ Gianfranco Fini sia della partita (come Montezemolo non vuole temendo di perdere i voti del pdl in libera uscita), e’ bene essere pronti. Anche magari a mettere in discussione all’ultimo momento la propria partecipazione.
Il vertice del centro di giovedì, al di la’ degli entusiasmi per il trionfo europeo di Monti, in realta’ e’ stato ancora interlocutorio. Cosa incredibile, visto che tra una settimana le camere potrebbero essere sciolte cosi’ come la riserva del Professore.
L’Udc lavora alla convention del 20 dicembre e continua a nutrire ottimismo stando ai passi che vede di giorno in giorno compiere a Monti. Ma e’ concreto il timore che il professore, alla fine, opti per un ruolo ‘super partes’ o possa scegliere un endorsement ‘soft’ (predisponendo magari un documento, una sorta di bussola europeista e riformista far sottoscrivere ai moderati) che ne farebbe meno un uomo di parte e piu’ un caparbio esecutore del completamento delle riforme del suo governo tecnico. E ieri Monti, di fronte alle molte pressioni europee per riunire in un listone unico i moderati italiani, con fermezza ha lasciato intendere di non accettare oggi il sostegno di chi lo ha sfiduciato in parlamento l’altro ieri, Angelino Alfano in primis. In attesa che arrivino sondaggi illuminanti, oggi c’e’ percio’ da registrare una collettiva frenata degli entusiasmi.
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