Nessuna alleanza tra Pdl e Udc. Al voto nel 2013 ognuno andra’ per la sua strada, soprattutto dopo ‘la ridiscesa in campo di Berlusconi’. Pier Ferdinando Casini chiude qualsiasi spiraglio di possibili accordi con il Cavaliere. Ed ancora una volta fa da sponda al Pd di Pier Luigi Bersani che, dall’Assemblea nazionale, lancia un ‘patto di legislatura fra progressisti e moderati’. Patto che manda su tutte le furie Antonio Di Pietro che rifiuta le ‘etichette’ come ‘un atto di arroganza’. Ancora nessun accordo tra centristi e democrats ma si prospetta, quantomeno, un canale privilegiato per discutere del ‘progetto’ di Bersani. Sono le basi di un dialogo che Beppe Fioroni immagina di poter allargare ‘anche ai delusi da Berlusconi’, a Sel ma non all’Idv di Di Pietro. L’idea non convince tutti nell’Udc a cui – chiarisce subito Pierluigi Mantini – ‘certe ammucchiate’ non piacciono. L’idea, semmai – precisa Casini – ‘e’ una convergenza tra le grandi forze politiche’ per rendere ‘l’Italia governabile’.
Dai giochi appare esclusa l’Idv. Di Pietro, infastidito dalle parole di Bersani e forte dell’intesa con Nichi Vendola, rilancia la palla nel campo del Pd: ‘Che cosa vuol dire stare con i moderati o con Di Pietro o Sel? – dice l’ex pm – Tutti dobbiamo essere moderati ma le scelte vanno fatte. Costruire le etichette e’ un atto di arroganza’.
Ad ogni modo, la nuova scesa in campo di Berlusconi ha scosso tutto il quadro delle alleanze. Per Casini, pero’, la decisione dell’ex premier ha un merito: ‘Chiarisce in via definitiva le cose’ perche’ – sottolinea – ‘chi sceglie il Pdl non ha piu’ alibi, in quanto sceglie Berlusconi’. Il Pdl, che pure sembra aver trovato un’intesa con l’Udc sull’introduzione delle preferenze e sull’abolizione del premio di maggioranza nella nuova legge elettorale, rileva che un accordo ‘era possibile, qualora l’arrivo di Alfano avesse favorito la formazione di una grande aggregazione di centrodestra Pdl-Udc’. Ma – spiega Fabrizio Cicchitto – ‘Casini ha invece preferito svolgere un ruolo tattico’. Poi attacca:’C’e’ una gran confusione, e’ lo stesso schema politico dei governi Prodi’.
Il ritorno di Berlusconi sembrerebbe aver sorpreso anche la Lega Nord. Nel movimento guidato da Roberto Maroni e’ difficile far passare un accordo con il Cavaliere: il Pdl appoggia il governo Monti. Diverso sarebbe stato con Angelino Alfano alla guida del Popolo della Liberta’. Maroni, che pur ha ricreato l’asse del Nord sulle nomine Rai e sulle riforme istituzionali al Senato, si mantiene percio’ molto prudente. A chi gli chiede di commentare la nuova discesa in campo di Berlusconi, replica con un ‘Si’, va bene…’ mentre sospira ironicamente e guarda in basso. Poi precisa: Per le alleanze ‘non c’e’ nessuna necessita’ di valutare adesso’ – spiega – ‘Non e’ il momento ma lunedi’ faremo la prima riunione della segreteria politica, in cui discuteremo di riforma elettorale e decideremo la nostra posizione sulla legge’.
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