“Nel presentare l’ordine del giorno relativo al Canone TV per gli iscritti all’AIRE in sede di discussione della Legge di Stabilità 2016 mi ero impegnato a non far cadere nell’oblio la sua attuazione. Quale primo atto di tale impegno, ho ritenuto opportuno inviare una lettera ai vertici dei dicasteri preposti, l’On. Antonello Giacomelli, Sottosegretario allo Sviluppo Economico, l’On. Enrico Zanetti, Viceministro Economia e Finanze, e ai vertici della RAI nelle persone del Presidente Monica Maggioni e del Direttore Generale Antonio Campo Dall’Orto, con la quale chiedo di voler considerare la peculiare situazione degli Italiani residenti all’estero, proprietari di un immobile in Italia”. Lo rende noto Alessio Tacconi (PD) eletto nella Circoscrizione estero (Europa).
“Come noto – egli continua – la semplice presunzione di possesso di un apparecchio radiotelevisivo in presenza di un’utenza elettrica fa scattare anche per i residenti all’estero l’obbligo del pagamento del canone TV. Nella mia lettera ho voluto sottolineare la peculiarità di questa categoria di cittadini che non hanno la residenza negli immobili posseduti in Italia e non usufruiscono quindi, per la maggior parte dell’anno, delle trasmissioni radiotelevisive nei suddetti immobili. E’ ovvio quindi, ho fatto ancora notare, che l’imposizione di un’ulteriore tassa annuale è da essi considerata profondamente ingiusta”.
“Ho chiesto perciò ai miei interlocutori – precisa il deputato – di voler considerare le ipotesi di esenzione o almeno di una forte riduzione, come prefigurato nel mio ordine del giorno, già nei decreti attuativi in corso di definizione che disciplineranno le nuove modalità di pagamento, i casi di esenzione, le modalità stesse di autocertificazione, la modulistica da utilizzare, ecc.”.
“Ho anche segnalato ai vertici RAI come i messaggi informativi veicolati dagli organi di stampa, dai siti istituzionali e dagli stessi spot della TV pubblica che, per semplificazione, parlano di una tassa applicabile solo per la prima casa, aggiungono un ulteriore motivo di malcontento e, vorrei dire, di risentimento: benché consci che il canone è dovuto per la semplice presunzione di possesso, i nostri connazionali fanno osservare, non senza un filo di ironia, che lo Stato considera la loro abitazione come seconda casa ai fini dell’IMU e della TASI, mentre come prima casa ai fini dell’obbligo di pagamento del Canone TV. Nella mia lettera, firmata anche dai colleghi del PD eletti all’estero Fedi, Garavini, La Marca e Porta, ho perciò suggerito che, al fine di non ingenerare possibili confusioni negli utenti, le comunicazioni istituzionali evitino i riferimenti a “prima” e “seconda” casa evidenziando invece l’obbligo del pagamento una sola volta indipendentemente dal numero di abitazioni o di apparecchi posseduti”.
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