Ironico con punte di sarcasmo. Alla vigilia della prima uscita stagionale della sua Roma, attesa domani dall’amichevole contro una selezione dell’Alto Adige, Zdenek Zeman e’ il solito fiume in piena. Dal lavoro atletico a Totti, dagli obiettivi di stagione al mercato, passando per il top-player e l’immancabile frecciata alla Juventus. In questi primi giorni di ritiro si e’ parlato molto dei carichi a cui sono stati sottoposti i giocatori ma non ditelo al tecnico boemo, che piu’ che di lavoro duro preferisce parlare di "lunghe passeggiate nei boschi. Siamo qua in ritiro per lavorare, per prepararci per la stagione, e’ normale che si fatica – spiega – Se fossimo andati in un villaggio Valtur sarebbe stato diverso. C’e’ chi sopporta meglio e chi no, i giocatori hanno cambiato abitudini, l’importante e’ lavorare e porre le basi per la stagione. Prima di cominciare gli impegni ufficiali saremo a posto". Che la preparazione atletica sia fondamentale per Zeman non ci sono dubbi. "Una partita dura 90-95 minuti, il tempo effettivo e’ di 55-60 minuti e un giocatore molto bravo puo’ tenere la palla al piede per tre minuti. Ma per gli altri 52-57 minuti cosa fa? – continua – Serve movimento per arrivare prima degli altri, riuscire a recuperare l’avversario, servono corsa e resistenza. A stoppare o dare un calcio alla palla sono capaci tutti, poi bisogna trovare ritmi e movimenti giusti". Del resto la Roma, nella passata stagione, era una squadra che spesso calava nel finale di partita ma il tecnico giallorosso evita giudizi sullo staff che lo ha preceduto: "per me e’ difficile fare valutazioni, non so che tipo di lavoro hanno fatto, per me e’ difficile giudicare, puo’ essere stato un problema fisico o mentale".
In vista dell’amichevole di domani, Zeman non si aspetta grandi indicazioni ("ancora non abbiamo parlato di calcio, voglio vedere come si comporta la squadra senza guida, sapendo che per ora i giocatori sono appesantiti") ma sulla stagione che la Roma si appresta ad affrontare le idee sono chiare. "Io voglio competere e quindi giocare con gli altri per fare risultato, che si giochi contro l’Inter, il Milan, la Juve o il Pescara – evidenzia il tecnico boemo – Io voglio che la squadra competa e poi si vedra’ dove si arriva. Quando il campionato comincia tutti hanno zero punti, zero gol fatti e zero gol subiti". L’entusiasmo dei tifosi, comunque, non manca. "Sento anch’io che sono contenti, spero lo siano anche a fine stagione. Ci aspetta una stagione lunga, ci saranno gioie e dolori ma spero che ci saranno piu’ gioie che dolori. Io faccio l’allenatore, cerco di lavorare per migliorare la squadra, e’ normale che le responsabilita’ ricadano sull’allenatore e io me le prendo". La rosa della Roma, al momento, e’ ancora in divenire ma Zeman non e’ preoccupato. "Il mercato e’ cominciato ora e finisce tra due mesi, c’e’ tanto tempo, ci sono tante possibilita’ di spostamenti – ricorda – Juan e Heinze? Ad oggi sono giocatori della Roma e sono a disposizione, ho 8 difensori che mi bastano e mi avanzano ma, ripeto, c’e’ il mercato e se possiamo cercheremo di migliorarci. Ma nessuno e’ fuori rosa". E se qualcuno si aspetta l’arrivo di un top-player, Zeman replica che "si e’ inventato questo termine per i giocatori che costano tanto ma a me non importa quando costa un giocatore ma quanto puo’ dare. Ci sono giocatori che oggi valgono poco e che il prossimo anno possono valere il triplo o il quadruplo. Per me il top-player e’ chi puo’ fare la differenza in campo e non e’ detto che lo faccia chi costa 20 milioni piu’ di un altro".
E in fondo un top-player, in questo senso, la Roma ce l’ha gia’. "Totti e’ sempre Totti, fisicamente non e’ magari quello di una volta ma e’ normale – dice ancora Zeman – Per quanto riguarda la sua posizione devo vedere rispetto a quello che facciamo come squadra, dove puo’ servire di piu’ alla squadra". Nessuna gerarchia prestabilita, nemmeno in porta ("bisogna conquistarsi il posto sul campo"), il tecnico boemo difende l’acquisto di Tachtsidis ("e’ un giocatorie che mi ha impressionato") e fa capire di aspettarsi molto da Osvaldo: "ieri ha avuto qualche problema alla schiena ma l’ho trovato migliorato rispetto a quando lo avevo avuto a Lecce". Infine una stoccata alla Juventus, che sulle maglie della prossima stagione portera’ la scritta "30 sul campo", riferimento ai due scudetti tolti da calciopoli. "Per me i titoli sono tanti quanti sono quelli assegnati – commenta – Poi, se andiamo a vedere quello che c’e’ scritto su alcuni libri e su alcune carte, quelli sono anche troppi".
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