Meno cattiva di quella degli ammutinati di Knysna, due anni fa ai mondiali in Sudafrica (con Anelka capo dei pirati), ma forse altrettanto brutta, la nazionale francese non commuove piu’ nessuno. Ne’ i tifosi, che al 90% sono contrari a distribuire i premi di 100.000 euro a giocatore, ne’ il presidente della Federazione, che ha congelato le buste. La ministra dello Sport ha rincarato la dose, suggerendo ai Bleus di guardare all’esempio dei colleghi italiani che hanno devoluto i premi ai terremotati dell’Emilia.
Tutto il settore tecnico della nazionale francese e’ un perenne cantiere, nulla sembra al momento deciso – ne’ sul piano disciplinare, ne’ su quello della panchina, ne’ dei progetti futuri – e a settembre tirera’ gia’ aria di qualificazioni mondiali. I quattro reprobi – Nasri, Ben Arfa, Menez e M’Vila – colpevoli di gestacci, liti con i giornalisti e di una nutrita serie di ‘vaffa’ al ct di turno – sono stati convocati davanti alla disciplinare. Ma Noel Le Graet, il presidente della Federazione, ha tenuto a sottolineare che si e’ ‘esagerato molto’ nei loro confronti e che in fondo se la dovrebbero cavare soltanto con ‘una buona tirata d’orecchi’ e non con sospensioni dalla nazionale. E’ sul clima nello spogliatoio dei Bleus, sull’atteggiamento dei giocatori e in particolare sull’ondata di repulsione che dai tempi di Domenech questa nazionale suscita nella gente che si vuole agire. L’ordine di congelare ‘per tutti’ i premi da 100.000 euro a testa promessi per la qualificazione ai quarti va proprio in questa direzione.
Anche se lo stesso presidente ha lasciato la porta aperta a una ‘redistribuzione’. Intanto, seguendo l’appello della ministra Valerie Fourneyron, che ha indicato il modello della squadra azzurra, un’associazione di senzatetto di Lione ha scritto al presidente della Federazione chiedendo che i premi vengano versati ai piu’ esposti alla poverta’ e ai disagi: ‘con 100.000 euro – fanno notare – si pagano 2.500 notti al coperto o 22.000 pasti caldi’.
Lavori in corso anche sulla panchina che scotta, quella dalla quale e’ scappato anche Blanc e per la quale non sembra orientato a fare follie Deschamps. Il clima e’ quello che e’, ne’ Domenech ne’ Blanc sono stati in grado di domare uno spogliatoio incandescente come quello dei francesi, ribattezzati dalla stampa di casa ‘i ribelli tristi’. Ma – ha tenuto a precisare Le Graet – ‘Deschamps e’ sempre un’ottima scelta. E lui non ha rifiutato, per il semplice fatto che non gli ho proposto nulla. Ho semplicemente chiesto a lui se fosse pronto a parlarne, Didier mi ha risposto che aveva bisogno di rientrare in famiglia’. Se ne parlera’ fra una settimana: ‘il 15 agosto, per l’amichevole contro l’Uruguay, in panchina di sara’ qualcuno, ve lo assicuro’, ha garantito Le Graet.
Discussione su questo articolo