Brexit. Il risultato del referendum di ieri è qualcosa che potevamo e dovevamo aspettarci come conseguenza di un atteggiamento coerente di un paese al quale possiamo attribuire un ruolo quasi di spettatore riguardo alla UE. Basterebbe ricordare che già dal principio,Winston Churchill aveva detto: “L’Inghilterra ha ottimi rapporti con l’Europa, ma non é l’ Europa”.
Gli ultimi errori e orrori politici ed economici della dirigenza UE, il sentimento soprattutto di quella parte della popolazione più anziana, di credere di far parte di una potenza coloniale (anche se in decadenza) e la resistenza ad accettare di condividere la ledearship di un governo Regionale, potrebbero essere alcuni dei principali motivi che hanno portato a questo risultato.
Beninteso, dobbiamo rispettare l‘espressione democratica della volontà della maggioranza del popolo inglese. Ma questa situazione deve diventare un’opportunità per tutta l’Europa. Un’occasione per fare autocritica sugli errori fatti negli ultimi anni per poter cambiare in meglio.
Forse adesso si apriranno nuove opportunità per paesi come la Scozia e l’Irlanda, o anche per l’Argentina (ricordiamo la ridicola occupazione inglese delle isole Malvinas) o la Spagna, per discutere nell’ambito diplomatico alcune questioni che si trovavano sotto l’ombrello di protezione politica della UE. Ma mettere sullo stesso piano il Brexit con la riforma Costituzionale in Italia e la disastrosa politica del Governo Renzi per gli italiani all’estero è secondo noi sbagliato. Nel MAIE, noi analizziamo le tre situazioni in modo separato e distinto, come crediamo che esse siano e debbano essere considerate.
*presidente MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero
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