L’Inghilterra ha deciso. Il 52% degli inglesi ha votato sì al referendum sulla Brexit: vogliamo tornare ad essere padroni di noi stessi, hanno detto. Così la Gran Bretagna è fuori dall’Europa. La notizia è ovviamente sulle prime pagine di tutto il mondo. Il premier inglese Cameron ha annunciato che si dimetterà per lasciar posto a un nuovo premier entro inizio ottobre, dopo che gli elettori hanno sfidato le sue profezie di isolamento e recessione optando per lasciare la Ue.
Canta vittoria invece il leader del partito anti-Ue Ukip, Nigel Farage, principale sostenitore del ‘Leave’, che ha inneggiato all’ ‘Independence Day’ e che, sin dalle prime ore del mattino e ancora prima dei dati ufficiali, chiedeva le dimissioni del premier. Ed esultano insieme a lui i leader dei partiti euroscettici di mezza Europa, da Marine Le Pen del Front National a Geert Wilders dell’olandese Pvv che invocano simili referendum per l’uscita della Francia e dell’Olanda. "Ora tocca a noi", twitta anche il leader della Lega Matteo Salvini. Il ‘Remain’ ha vinto a Londra, Irlanda del Nord e Scozia, dove non e’ escluso che il governo indipendentista convochi un nuovo referendum per staccarsi da Londra e riabbracciare l’Ue.
L’esito del voto britannico ha subito scatenato l’inferno nei mercati finanziari con il crollo delle Borse, da New York a Tokyo. A picco quelle europee: l’indice Euro Stoxx cede il 9,1%, con crolli che vanno dal -11,7% di Milano all’8,9% di Parigi, passando per il 7,2% di Francoforte e l’11,5% di Madrid. Londra perde il 5,1% tra sospensioni a raffica. Scaricate le banche greche, con Eurobank Ergasi e Alpha Bank in calo del 30%. E ad agitarsi sono soprattutto le cancellerie europee. "Una giornata molto triste per l’Europa", e’ il commento piu’ diffuso tra i leader di un’Europa sotto shock, che in queste ore pensa a come rilanciare il progetto comunitario.
I leader di Italia, Francia e Germania, Matteo Renzi, Francois Hollande e Angela Merkel, si sono gia’ consultati in una frenetica girandola di telefonate e Berlino ospitera’ domani una riunione dei sei Paesi fondatori. Intanto in ogni singola capitale i governi convocano riunioni di crisi per valutare le prossime mosse. A Palazzo Chigi Renzi ha visto, tra gli altri, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. "Dobbiamo cambiarla per renderla piu’ umana e piu’ giusta. Ma l’Europa e’ la nostra casa, e’ il nostro futuro", ha twittato il presidente del Consiglio.
L’Alto commissario per la politica estera Ue, Federica Mogherini, ha parlato con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed e’ in contatto da questa mattina con il presidente del Consiglio Matteo Renzi. L’Alto rappresentante e’ in contatto telefonico con i ministri degli Esteri a Lussemburgo e partecipa alla riunione con il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker e gli altri vicepresidenti della Commissione. Il capo del governo italiano, Matteo Renzi, terrà una conferenza stampa su Brexit alle 13.
Intanto in Italia, e non solo, ciascuno dice la sua. Sul blog di Beppe Grillo si legge: "La Gran Bretagna è fuori dall’Unione europea e Cameron si è dimesso. Lo hanno deciso i cittadini britannici con il referendum. È la strada più cara al Movimento 5 stelle, quella di chiedere ai cittadini un parere sugli argomenti decisivi per i popoli. Nessun governo deve aver paura delle espressioni democratiche del proprio popolo, anzi deve considerare il suo volere come il più autorevole dei mandati". Secondo il M5S “o l’Europa cambia o muore”.
Matteo Salvini, leader della Lega Nord, festeggia: “Agli inglesi un grazie grande come il mondo”. Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali, la pensa così: "In una giornata cosi’ complicata per l’Europa, che ci pone davanti ad uno scenario difficile, penso la risposta sia piu’ Europa". "Dentro un dramma c’e’ una opportunità – assicura il ministro -, i leader europei ora abbiano il coraggio di accelerare sull’integrazione" europea.
Dalla Francia si fa sentire la presidente del Front National, Marine Le Pen: "Ora è il momento per tornare a chiedere un referendum anche in Francia. I francesi devono poter scegliere". Se il Front National vincera’ le elezioni presidenziali nel 2017, Marine Le Pen intende avviare la procedura per un referendum "Frexit". "Lo chiedo dal 2013 – ha annunciato nel suo quartier generale a Nanterre la presidente del partito – e’ una consultazione per recuperare le quattro sovranita’ principali della Francia, territoriale, legislativa, monetaria, economica". La Le Pen ricorda che sono previsti "6 mesi di negoziati con la Ue" prima di tenere il referendum, poi i francesi "potranno scegliere questa strada che restituira’ loro la libertà".
Massimo D’Alema, intervistato da Radio Radicale, spiega: ”L’Europa ha le spalle per reggere alla BREXIT, il problema è se ha la capacità di una reazione politica forte che dovrebbe consistere in due cose: un rilancio del processo di unità politica e un cambio della politica economica”. ”Il referendum inglese può avere un effetto domino – dice ancora D’Alema – ora spetterà alle istituzioni europee, alle classi dirigenti europee che finora hanno mostrato una certa debolezza, reagire. La reazione consiste secondo me in un rilancio del progetto europeo che però comporta coraggiosi cambiamenti".
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