Le dimissioni di Berlusconi circa due anni fa furono un atto propagandistico e politico: il signor Berlusconi capì che la situazione economica italiana era allo sbando, cause o concause di una mala gestione economica di Tremonti, quindi preferì defilarsi e lasciare la patata bollente ad altri, ma mantenendo di fatto il potere psicologico dell’esecutivo. Infatti ha dimostrato, coscientemente o incoscientemente, di tenere sotto scacco Monti.
La mossa politica con la negazione della fiducia di fatti non cambia nulla sullo scacchiere politico, ma così ci si assicura una fase di stallo che continuerà anche dopo il voto del 10 marzo (data più probabile) poiché si andrà a votare con la stessa legge elettorale, il porcellum, che garantirebbe a Silvio di tenere sotto scacco il prossimo esecutivo poiché quasi certamente non ci sarà una maggioranza congrua al Senato alla luce anche dei grillini che non credo che facciano alleanze sotto banco con la sinistra.
Strano ma vero, ancora una volta Silvio ha vinto le elezioni: non solo si garantisce l’immunità parlamentare alla luce del processo Ruby, ma potrà ancora una volta metter becco nel prossimo esecutivo e preparare il rilancio del PDL o quello che sarà fra due anni, perché credo che tanto durerà il prossimo governo.
Di fatto la campagna psicologica del Berlusca è iniziata dalle due dimissioni e le sue barzellette – “mi candido, non mi candido” – sono frutto di una strategia di gioco di nervi sia all’interno del PDL sia tra i moderati di centro destra.
Le dimissioni annunciate di Monti di fatto non cambiano nulla: al massimo anticipano la chiusura di questa pagina politica di qualche settimana, solo allo scopo di andare a votare con il porcellum, appunto, legge che piace molto a Silvio da Arcore. Quindi prepariamoci alle elezioni del 2016, quelle di marzo sono già superate e archiviate: i vincitori e i vinti si conoscono già.
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