Silvio Berlusconi sembra intenzionato a godersi l’estate senza nessun tipo di forte impegno politico. La decisione di lanciare Forza Italia, infatti, è stata rimandata a settembre-ottobre. Lo stesso vale per ciò che riguarda la tenuta del governo: per il Cavaliere l’Imu è una questione fondamentale, ed è giusto tenere alta l’attenzione sul tema e continuare a “pungolare” l’esecutivo, ma se si dovesse raggiungere un accordo ragionevole per ciò che riguarda l’imposta sulla prima casa, beh, sarebbe da folli voler mandare tutto all’aria. Dunque, l’intenzione dell’uomo di Arcore è quella di attendere dopo l’estate, per capire se e come continuare con l’attuale esecutivo.
Settembre, ottobre, per avere le idee chiare anche sulla propria situazione processuale: il leader del PdL, infatti, andrà incontro nelle prossime settimane a diversi appuntamenti in questo senso. C’è il 19 luglio il rinvio a giudizio che si attende a Napoli, il cosiddetto caso De Gregorio, e sempre per il 19 è prevista la sentenza Ruby bis, dove imputati sono Minetti, Mora e Fede. All’inizio dell’autunno, poi, la sentenza definitiva sul caso Mediaset. Insomma, meglio aspettare due o tre mesi prima di prendere decisioni importanti che potrebbero essere destinate a cambiare le sorti del governo italiano.
Intanto questa settimana il Cav incontrerà in Parlamento i gruppi PdL di Camera e Senato, per dettare la linea e indicare la strategia, prima della pausa estiva.
IL CASO MEDIASET Intanto il Corriere della Sera spiega che l’ipotesi della decadenza da senatore per Silvio Berlusconi potrebbe allontanarsi di un anno. Un’ipotesi che ha a che vedere con leggi ad personam, prescrizioni e complicati calcoli processuali. Scrive il Corriere: “Almeno un altro anno di agibilità politica: persino nel caso peggiore per Silvio Berlusconi, e cioè se la Cassazione ne confermasse la colpevolezza per frode fiscale nel processo sui diritti tv Mediaset, la combinazione di tre fattori giuridici allontanerebbe la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, che altrimenti a fine 2013 lo farebbe decadere da parlamentare e gli impedirebbe di ricandidarsi”. Sono tre gli elementi che potrebbero cambiare totalmente l’orizzonte politico del Cavaliere: “Il primo è un complicato calcolo aritmetico-giuridico sui vari periodi di sospensione subìti dal dibattimento. Il secondo è l’imminente prescrizione, già prima del giudizio di Cassazione e per effetto della legge ex Cirielli di 8 anni fa, di una delle due annualità fiscali per le quali Silvio Berlusconi è stato condannato in Tribunale e in Appello a 4 anni di reclusione e a 5 di interdizione dai pubblici uffici. Il terzo è la conseguenza procedurale innescata da questa parziale prescrizione, e cioè un probabile nuovo processo d’Appello anche solo per ricalcolare la pena residua”. Sia chiaro: non esiste il rischio che si prescriva l’intero processo. Ma B potrebbe avere un anno in più di vita istituzionale.
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