Ormai, non solo in Italia, si conosce l’umiliazione che Guido Barilla ha dovuto subire dopo la sua intervista alla trasmissione radiofonica "La Zanzara" su Radio 24. Il cinico conduttore Giuseppe Cruciani, coadiuvato dal sarcastico collega provocatore di nome Parenzo, lo incalzò mettendolo all’angolo con la stupida domanda: "lei farebbe uno spot con una famiglia di omosessuali?". Barilla espresse la sua opinione e scoppiò il finimondo su tutti i giornali.
Conosco superficialmente Guido Barilla perchè viviamo nella stessa città e per un periodo abbiamo frequentato la stessa palestra. Guido è un signore, un uomo gentile e corretto, che se ti incontra ti offre un caffè anche se non ricorda il tuo nome, uno degli industriali più seri e stimati del mondo. La Barilla da oltre un secolo porta avanti una filosofia pubblicitaria basata sulla famiglia tradizionale con spot passati alla storia per bellezza e per colonne sonore. Ebbene, Guido Barilla, consapevole delle gravi conseguenze alle sue spontanee e legittime affermazioni, ha dovuto produrre un videomessaggio per scuse ufficiali al mondo gay, addirittura in due lingue. Ma quello che ho appreso ieri è ancor peggio.
Guido Barilla si è recato dal presidente dell’arci gay Grillini, consigliere regionale dell’Emilia Romagna, il quale lo ha ricevuto insieme ad altri rappresentanti di lesbiche e transessuali. L’incontro chiarificatore pare si sia concluso con un impegno da parte di Barilla di rimediare alla "terribile offesa". L’opinione di chi le scrive, sicuramente condivisa da milioni di cittadini, è che si stia superando il limite, anzi che ogni limite all’indecenza sia stato superato.
Qui siamo di fronte ad una vera e propria discriminazione al contrario. L’arci gay, che con supponenza irricevibile e astiosa, quasi ricatta un’azienda leader al mondo brandendo la minaccia di ritorsioni puramente economiche. Il fatto è di una gravità inaudita e sottovalutata da giornali e opinione pubblica. In parole povere il potere gay o la lobby gay dice: "o tu rimedi mettendo nei tuoi spot un uomo che serve in tavola, o ancor meglio una coppia di gay, ribaltando la tua concezione di famiglia, oppure milioni di omosessuali nel mondo non compreranno più la tua pasta". Se non è questa una discriminazione al contrario, ditemi di cosa stiamo parlando.
E’ un po’ come in certi paesi governati da un islamismo estremo; se sei cristiano subisci minacce alla tua vita. Ci rendiamo conto? Non è un caso se una parte politica, ben individuabile anche nel nostro paese, appoggia a priori simili allineamenti politici, religiosi e sessuali. Se dovessimo ragionare in maniera così "democratica", allora tutte le aziende del pianeta dovrebbero trasmettere spot con persone di colore, con asiatici, con disabili, con eterosessuali, bisessuali, omosessuali, islamici, testimoni di Geova, ebrei, ecc.
Concludo invitando tutti questi cervelli schizzati a paracadutarsi sulla terra e a non sparare cazzate senza alcun senso. L’umiliazione subita dalla Barilla dovrebbe produrre una difesa dell’azienda, non solo da parte di giornali e tv, ma dall’Unione Industriali e dalla politica. Il silenzio è invece assordante e gelido. Ma in fondo siamo in un mondo ipocrita, inzuppato di un falso buonismo e da faziosità incomprensibili. La fredda e codarda indifferenza di chi potrebbe alzare la voce è il lato più deludente di un degrado morale che sta facendo scivolare nel nulla tutti i nostri più nobili valori.
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