Il 26 luglio di sessanta anni fa moriva Eva Duarte, moglie del presidente argentino Juan Domingo Peron, e nasceva il mito di Evita che ha segnato la storia dell’Argentina. Figura controversa, Evita è stata amata e odiata con pari intensità, in un momento in cui il Paese ha sofferto divisioni acute. Il passare del tempo ha placato le passioni, ma il suo mito non smette di affascinare ed è celebrato ancora oggi: basti pensare alle decine di manifesti che la ritraggono in tutta Buenos Aires, o al murale gigante nell’Avenida 9 de Julio che mostra questa donna come un’icona politica, simbolo della lotta per la giustizia sociale – un termine che forse in America Latina ha un significato diverso da quello che conosciamo in Europa – e dell’emancipazione delle donne. Evita sarà per sempre ricordata per la sua determinazione, per la passione con cui ha vissuto i suoi pochi anni di vita, per la grande forza di volontà rara per una donna di quei tempi e per la capacità di superare le sue umili origini. Prendiamo ad esempio questa piccola grande donna per il bene che ha fatto nella sua vita, per la speranza che ha infuso nei cuori dei più deboli e dei più umili, per il coraggio che ha avuto nell’affrontare le difficoltà e le convenzioni e per avere saputo vincere, nonostante tutto, nella vita, e nonostante la malattia, sulla morte.
*deputato e presidente MAIE – Movimento associativo italiani all’estero
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