Dopo il flop del PdL alle amministrative, l’appoggio a Mario Monti diventa all’interno del partito il principale terreno di scontro. Ma sul tavolo c’e’ anche l’idea di rilanciare la ‘Casa dei moderati’ che non scalda piu’ di tanto gli animi e divide. Nel partito l’umore e’ ai minimi storici. In pochi credono a un ‘predellino bis’, tutti chiedono un rapido cambio di registro, prima che arrivi la ‘valanga grillina’. Non solo Silvio Berlusconi, ma tanti non hanno digerito quel ‘abbiamo registriamo una sconfitta’ pronunciato con ‘troppa fretta’ alle tv da Angelino Alfano, perche’, raccontano, e’ suonato ai piu’ come un’ammissione di sconfitta anticipata, quando, invece, c’e’ da giocare ancora la partita dei ballottaggi in ben 13 Comuni’.
Accuse di tafazzismo a parte, riferiscono fonti piedielline, il nodo e’ il sostegno al governo. L’insofferenza nei confronti del Professore cresce di giorno in giorno nel Pdl, che non sopporta piu’ questa fase di limbo, anche tra gli ex di Fi (dove a guidare la protesta c’e’ Guido Crosetto). Sono soprattutto i parlamentari della componente di An (tranne gli alemanniani) a scalpitare per uscire da questa ‘strana maggioranza’ e faranno sentire la loro voce al vertice di stasera a palazzo Grazioli convocato da Silvio Berlusconi al rientro dalla Russia per correre ai ripari e fare il punto sul voto.
Senza tanti giri di parole Massimo Corsaro, larussiano doc e vicepresidente dei deputati, fara’ presente che e’ deleterio appoggiare un governo delle tasse, che attraverso la leva fiscale colpisce la nostra ‘base sociale’ di riferimento: pmi, lavoratori autonomi e liberi professionisti. ‘D’ora in poi voteremo solo i provvedimenti che ci convinceranno’, avverte Ignazio La Russa. Anche Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato, indica l’appoggio a Monti tra le cause del risultato elettorale: ‘Abbiamo sostenuto Monti, anche per questo paghiamo’.
Sulla stessa linea anche Altero Matteoli. Per Maurizio Bianconi, uno dei principali sostenitori dell’ex ministro delle Infrastrutture, ‘e’ il momento di cambiare registro, i nostri elettori non capiscono piu’ nulla: quando eravamo al governo abbiamo sempre detto che mai avremmo toccato le tasche dei cittadini e ora diamo fiducia al governo delle tasse?’. La pensa diversamente Alfredo Mantovano, uno degli uomini piu’ vicini a Gianni Alemanno: ‘Non possiamo fare zig zag a nostro piacimento, ora Monti va sostenuto. Se mai il problema e’ farsi valere sui contenuti, a cominciare dalla questione dell’accesso al credito’.
Per l’ex sottosegretario all’Interno, dunque, bisogna affrontare le difficolta’ del momento. Perche’ non sono state indette dappertutto le primarie per la scelta dei candidati? Bisogna pensare a nuove regole’. Gli alemanniani danno fiducia ad Alfano. ‘Non si puo’ cambiare segretario in continuazione il partito promesso da Angelino il giorno del suo insediamento va semplicemente realizzato. Non credo a nuovi predellini, pensiamo al presente, guardando al futuro’.
Altro nodo da sciogliere e’ la ‘Casa dei moderati’. Berlusconi e Alfano ci credono, anche perche’ in questo modo possono smarcarsi da Pier Ferdinando Casini, che pure esce sconfitto dalle amministrative. ‘Ora c’e’ un grande vuoto nel centrodestra, che va colmato, dobbiamo fare presto a occupare questo spazio’, dice un ex ministro azzurro, che spera in una nuova discesa in campo del Cavaliere.
La ‘corsa al centro’, dunque, puo’ aiutare il Pdl a trovare una prospettiva politica. Peccato, pero’, che l’idea di un nuovo contenitore di centro non entusiami gli ex di An. Mantovano e’ categorico: ‘La Casa dei moderati? Non mi appassionano le denominazioni, contano i contenuti, pensiamo alla sostanza’. Anche Giorgia Meloni, riferiscono, non gradisce piu’ di tanto questo progetto e pensa che sia il momento di una grande rivoluzione, che coinvolga tutti e vada oltre il partito dei moderati.
Per l’azzurra Jole Santelli e’ il momento di di tornare alla origini: ‘Siamo nati movimento e dobbiamo tornare ad essere un movimeno, altrimenti cambiano la nostra anima. Alfano sta facendo molto bene e se Berlusconi vuole tornare in campo, non possiamo altro che essere felici’. Volano gli stracci nel partito, sempre piu’ diviso sulle strategie future. Ad animare il dibattito interno ci pensa il botta e risposta tra Giancarlo Galan e Corsaro. Bisogna tornare allo spirito del ’94, avverte ancora una volta l’ex governatore veneto, che punta il dito sugli ex colonnelli di An e un big azzurro come Cicchitto.
‘Stop al ‘cerchio magico’ del Pdl composto da Cicchitto, La Russa e Gasparri. Che, oltre ad essere l’emblema di questa saldatura, sono anche ‘vecchi’, al di la’ del dato anagrafico, di cui non mi frega nulla’, dice. ‘Bisogna cambiare tutto al nostro interno, tornando a vivere lo spirito del ’94, fatto di moderazione e tolleranza’, insiste Galan, suscitando la puntuta la replica del larussiano vicepresidente dei deputati: ‘Galan ha scelto falsi bersagli, e’ stato un ministro scadente, offra sue braccia all’Agricoltura’.
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